Di un cielo velato, mi soffermo spesso a osservarne le venature. Sembrano piccole ferite che attraversano ciò che appare perfetto. E quante ne ha passate, il cielo. Con i suoi tramonti abbandonati nei casolari, le sue albe improvvise, colte di passaggio da un viaggiatore distratto. E le sue notti, con il suo riflesso trascurato sul mare. Se solo fossimo capaci di guardarci negli occhi, se solo non ci lasciassimo trasportare via dalle nubi, dai temporali, forse riusciremmo a vederla più spesso, quella sfumatura creata da una pennellata di sole. E potremmo davvero perdonare le nostre rughe.