La narrazione serrata de #LaMacchinadelSilenzio
Nel tuo romanzo la narrazione è serrata, i luoghi e le scene si rincorrono a una velocità sfrenata. I personaggi sembrano anch’essi vittime di questo vortice. Cosa ti ha spinto a questa scelta narrativa?
Lo stile narrativo è sempre una scelta. Questa è una storia moderna, che vuole e che deve affacciarsi al futuro. E il mondo in cui viviamo e in cui ragionevolmente vivranno i nostri figli sarà sempre più maledettamente veloce. Nel raccontare uno scenario simile è inevitabile fare affidamento a una narrazione che metta in scena l’ansia che abbiamo, quasi di voler combattere il tempo. Governarlo, prima che sia troppo tardi. Lo schema narrativo è quello cinematografico, in particolar modo utilizzato nelle fiction d’azione di nuova generazione, per citarne qualcuna: #Personofinterest, #Blindspot, #TheBlacklist e potrei andare avanti per ore. Ho cercato di unire le tecniche comunicative della rete con la narrativa. Due mondi che sembrano lontani, ma che non lo sono affatto.
#LaMacchinadelSilenzio
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