Vorrei proporvi un gioco

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Quando mi dicono “Mosca, le tue trame sono fantascienza”, tendenzialmente sorrido. Ma più che rispondere, vorrei proporvi un gioco.
Osserviamo la situazione geopolitica di oggi 1 febbraio 2018 e proviamo a costruire lo scenario per un ipotetico romanzo.
Un gruppo di terroristi, che chiameremo squadra Alfa, che fanno parte di una potente organizzazione terroristica, che chiameremo Stato Beta, sbarcano sulle coste italiane mischiandosi ai profughi provenienti dalla Siria, un paese flagellato da anni di guerra. Siamo alle porte di un vertice importantissimo. Il Pontefice incontrerà a breve il leader turco, colui che ha contrastato lo Stato Beta e che ha stretto legami oscuri e meno oscuri con diversi esponenti politici mondiali, uno dei quali molto, molto potente: il presidente della Russia.
A livello internazionale una coalizione capeggiata dal Presidente della Russia ha bombardato la Siria per annientare lo Stato Beta, sostenuto da altri paesi, tra i quali proprio la Turchia. In questo equilibrio precario si sono tenute le elezioni del Presidente degli Stati Uniti d’America, vinte a sorpresa da un candidato che nessuno si attendeva. Un ricco uomo d’affari, grande ammiratore del Presidente della Russia. Qualche mese più tardi si è scoperto che durante le votazioni ha avuto luogo un attacco hacker che potrebbe aver falsato il risultato finale delle elezioni.
Si è successivamente scoperto, inoltre, che gli hacker erano russi.  Il nuovo Presidente degli Stati Uniti ha scelto una linea politica dura e ingaggia un duello mediatico con il feroce dittatore di uno dei paesi con un forte sviluppo di tecnologie nucleari: la Korea del Nord. La minaccia di una terza mondiale diventa ben presto una possibile realtà. Ed è proprio il Pontefice a parlarne in uno dei interventi pubblici. Nel frattempo i guerriglieri dello Stato Beta che si sono dispersi a seguito delle sconfitte subite nelle aree che avevano conquistato cercano di raggiungere in tutti i modi i paesi europei. Qualche anno prima infatti si erano attivate in alcune città europee diverse cellule terroristiche dormienti provocando strage di innocenti. Questa volta le vittime non avevano persone anonime in paesi lontani. Erano europei. Questo aveva provocato l’innalzamento dei livelli di controllo sul terrorismo. Ma qualcosa non funzionava perfettamente. Uno dei più pericolosi gruppi terroristici, il gruppo Alfa, era appena entrato in Italia e stava contattando le cellule dormienti dei paesi europei. I terroristi sapevano che il mondo avrebbe immaginato il loro obbiettivo e che si sarebbero concentrati sull’incontro tra Pontefice e leader turco. Ma il piano era un altro. E nessuno poteva immaginarlo. Tranne, forse, qualche scrittore dotato di molta fantasia.

Niger

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L’approvazione a camere sciolte sul tema invio di un contingente in #Niger passa con una maggioranza formata da Pd, Forza Italia e Alleanza Nazionale. Di questa potenziale coalizione per fantomatico post elezioni abbiamo già parlato. Le voci polemiche parlano di guerra e proprio di questo continuerei a parlare. E inizierei ad associate il nome di questo luogo della terra a un altro concetto: Daesh. E in particolare la necessità di intervenire sugli innumerevoli fronti potenziali legati al terrorismo, che in questo luogo ha un nome molto conosciuto: #BokoHaram. Proprio questa frangia particolarmente violenta radicata proprio in questo territorio, strategico anche per questioni economiche e commerciali, potrebbe attrarre militanti in fuga dal territori che erano sotto il dominio dello Stato Islamico. L’aiuto militare al Niger si configura pertanto come strategia di contenimento a monte dei fenomeni migratori, oltre che economici e funzionali ai traffici commerciali.

Hashtag

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Quando vedo comparire su twitter l’hashtag di una città, torna a farsi sentire l’inquietudine. Quella strana consapevolezza che viviamo in un’epoca strana, che ti fa pensare: no, lì non ci vado “perché c’è il terrorismo”. Ma dentro di te sai che è ovunque. Spesso mi chiedono perché io abbia scritto storie in cui emerge la ferocia dell’essere umano e in particolar modo il suo lato oscuro. Perché quella parte dell’uomo esiste, semplicemente. Io credo che la realtà vada osservata bene, per provare a capirla. Io, che ho amato da sempre la storia, ho iniziato a farlo confrontando diversi periodi storici e cercando le similitudini, i luoghi di contatto, le motrici degli eventi e i punti scatenanti. Il disegno che c’è alla base. Ma la realtà a volte supera la fantasia o semplicemente la mette in scena, come uno spettacolo a teatro. Così quando vedo comparire il nome di una città tra gli hashtag, rispondo all’inquietudine nel modo che meglio conosco. Approfondendo. Provando a capire quello che sta succedendo. Senza necessariamente cedere al panico, ai giudizi facili, senza inneggiare a quella o a un’altra parte. Credo nella libertà. Perché altrove i libri vengono bruciati. E quello sí, mi fa paura.