Perché ho scelto di scrivere un romanzo come #LaMacchinadelSilenzio?

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Perché ho scelto di scrivere un romanzo come #LaMacchinadelSilenzio?
Volevo creare qualcosa che trasformasse scienza e storia in spettacolo. In un romanzo privo di tutte quelle chiacchiere, utili solo a riempire più pagine possibili. E siccome non credo che i libri siano quantificabili “un tanto al chilo”, ho deciso di usare il linguaggio che preferisco: secco. Diretto. Essenziale.

Hai scelto di scrivere un libro in un mercato ormai saturo. Perché?

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Hai scelto di scrivere un libro in un mercato ormai saturo. Perché?

Io credo che tutti abbiano il diritto di scrivere, di esprimere i propri pensieri. É il bello della libertà. Credo sia una cosa ben diversa pubblicare un libro. In un mondo stracolmo di libri, io me lo chiedo sempre perché i lettori dovrebbero scegliere di leggere proprio me. E io questa risposta proprio non ce l’ho. É pieno di scrittori che si dichiarano i migliori, di editori che affermano di non avere rivali. Lo sapete, io provengo dalle esperienze dei primi blog, delle canzoni costruite pianoforte e voce, questo perché a me emoziona emozionare chi sceglie ascoltarmi. Chi mi da fiducia, insomma. Credo di aver scelto di scrivere un libro proprio oggi perché ho ancora fiducia nei lettori. Nella loro capacità di sentire, nel senso più profondo di questa parola. Di non lasciarsi fottere da chi urla più forte, da chi pretende di vendere carta straccia. Io, così come l’editore che ha scommesso su di me, ho scelto la strada più difficile. Quella che corre lontano dai riflettori pagati a peso d’oro, dalle élite di associazioni di scrittori che si acclamano tra loro. Io credo nei lettori, che poi spero siano come quelli che mi hanno ascoltato quando timidamente cantavo le mie canzoni da un palco, o che leggevano i miei post intimi e segreti. Certo, questo nuovo romanzo è qualcosa di diverso, ma posso assicurare che racchiude molto di me. Seppur descritto con parole diverse. Ho scelto di scrivere provando a creare qualcosa di nuovo: un libro come quelli di una volta.

La Macchina del Silenzio: il racconto di un mondo che è stato alterato

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La #MacchinadelSilenzio è un romanzo che racconta un mondo che sembra alterato, come è nata l’idea?

Come molti sanno, questo romanzo nasce dalla necessità di completare la storia nata con L’Equazione. Il mondo alterato non è niente più di quello in cui viviamo. Le paure, le guerre. I compromessi. I personaggi sono spesso complessi e contorti come lo siamo tutti noi nelle diverse fasi della vita. La scienza, la storia e soprattutto la religione sono stati per secoli veicoli utilizzati dall’uomo per strumentalizzati a seconda delle necessità di quel particolare momento. E quindi, chi può dirci che osservando la vita del nostro pianeta non esista un disegno all’interno del quale noi non siamo altro che un qualcosa di necessario, solo in questo momento della vita del nostro pianeta? L’uomo ha imparato molto, tuttavia conosce solo una parte infinitesimale della realtà che lo circonda. E questo è un dato. La cosiddetta verità é un luogo ancora molto lontano da noi. É questo il tema.

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http://www.lesflaneursedizioni.it/negozio/narrativa/maigret?product_id=1841

 

La narrazione serrata de #LaMacchinadelSilenzio

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Nel tuo romanzo la narrazione è serrata, i luoghi e le scene si rincorrono a una velocità sfrenata. I personaggi sembrano anch’essi vittime di questo vortice. Cosa ti ha spinto a questa scelta narrativa?

Lo stile narrativo è sempre una scelta. Questa è una storia moderna, che vuole e che deve affacciarsi al futuro. E il mondo in cui viviamo e in cui ragionevolmente vivranno i nostri figli sarà sempre più maledettamente veloce. Nel raccontare uno scenario simile è inevitabile fare affidamento a una narrazione che metta in scena l’ansia che abbiamo, quasi di voler combattere il tempo. Governarlo, prima che sia troppo tardi. Lo schema narrativo è quello cinematografico, in particolar modo utilizzato nelle fiction d’azione di nuova generazione, per citarne qualcuna: #Personofinterest, #Blindspot, #TheBlacklist e potrei andare avanti per ore. Ho cercato di unire le tecniche comunicative della rete con la narrativa. Due mondi che sembrano lontani, ma che non lo sono affatto.

#LaMacchinadelSilenzio
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Perché questa scelta narrativa? #LaMacchinadelSilenzio 

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Nel tuo romanzo la narrazione è serrata, i luoghi e le scene si rincorrono a una velocità sfrenata. I personaggi sembrano anch’essi vittime di questo vortice. Cosa ti ha spinto a questa scelta narrativa?

Lo stile narrativo è sempre una scelta. Questa è una storia moderna, che vuole e che deve affacciarsi al futuro. E il mondo in cui viviamo e in cui ragionevolmente vivranno i nostri figli sarà sempre più maledettamente veloce. Nel raccontare uno scenario simile è inevitabile fare affidamento a una narrazione che metta in scena l’ansia che abbiamo, quasi di voler combattere il tempo. Governarlo, prima che sia troppo tardi. Lo schema narrativo è quello cinematografico, in particolar modo utilizzato nelle fiction d’azione  di nuova generazione, per citarne qualcuna: #Personofinterest, #Blindspot, #TheBlacklist e potrei andare avanti per ore. Ho cercato di unire le tecniche comunicative della rete con la narrativa. Due mondi che sembrano lontani, ma che non lo sono affatto.

#LaMacchinadelSilenzio