Recensione del romanzo “Osservatore Oscuro” di Barbara Baraldi
Barbara Baraldi è una regina del thriller, lo sappiamo bene. Con il nuovo romanzo “Osservatore Oscuro” raggiunge dei livelli narrativi altissimi. E lo fa dopo aver già scritto e pubblicato un romanzo, una bomba a orologeria, come “Aurora nel buio”, in cui ha dato vita a un personaggio che nulla ha da invidiare ai più famosi “colleghi”, come Harry Hole, il leggendario commissario creato dalla penna di Jo Nesbo. La protagonista si chiama Aurora ed è una ex profiler dell’FBI, spostata da Torino nella bassa emiliana dopo un evento che ha visto morire il suo ex compagno di lavoro e di vita. In questa storia Aurora dovrà fronteggiare ancora una volta le sue paure e il suo passato, perché il killer ha lasciato una scritta per lei su un cadavere. Il suo nome. Sarà una corsa contro il tempo per fermare la carneficina, tra attacchi hacker, gruppi nazisti e malavitosi. Una trama a orologeria, che pone al centro della storia, oltre ad Aurora, diversi suoi colleghi tra i quali Tom Carelli, Silvia Sassi e Bruno Colasanti, la cui sete di vendetta che lo riporterà a tirare fuori un passato oscuro. L’indagine costringerà Aurora a coinvolgere il suo mentore Isaak Stoner, grande amico e collega di suo padre. Ci sono quindi tutti gli elementi per una caccia spietata al killer, ma anche un mondo parallelo di introspezione e sensi di colpa, di amori e sentimenti che non possono nascere. Ombre che tornano dal passato e si proiettano in un futuro che sembra sin troppo vicino da far paura. Barbara Baraldi sa dosare inquietudine, paura, rabbia, amore, solitudine e voglia di andare avanti, nonostante tutto. Una scrittura bella e avvolgente, personaggi ben studiati e calibrati su un territorio che all’inizio appare lontano, inadatto a questo tipo di storie, ma che poi man mano ci svela una cosa importante: il male è ovunque. E spesso può spingersi sin dentro di noi.