Non c’è oscurità,
né alcuna breccia di luna,
tra le pareti oscene
di questo locale buio
C’è il nome di una donna
e il verso di una bestia.
C’è consapevolezza.
E inganno.
La vergogna è sopita,
tra cumuli di arroganza.
Svanita l’immagine
Tradita la speranza
Non c’è vento stasera.
E piove.
Il distacco delle cose
È il piacere assoluto
Senza poesie e prose
Che hanno un sapore strano
Legato alla notte.
Alla storia.
Come l’idiozia,
l’armare l’inquietudine
e Ferirla ancora,
nella brama di dormire.
Questo rumore mi uccide,
come questo parlarsi addosso
Ho bisogno di silenzio.
Vorrei fuggire e non posso
Chiamano il mio nome:
sono il prossimo.
C’è freddo stanotte.
Ho i brividi.