Siria. Il nome di un paese, di una realtà. Oggi il popolo siriano è andato a votare per il referendum per una nuova costituzione e per la democrazia, il tutto sotto l’occhio attento di Assad (dittatore). Ma non si sono placate le repressioni, anzi, sono costanti e lacerano la voglia di libertà del popolo, repressa con la violenza. I media tacciono, o peggio raccontano una realtà che non corrisponde a quanto sta accadendo. Dove sono le Nazioni Unite con l’intento di rendere questo voto, un voto vero? L’illusione è che un voto proposto da un dittatore e gestito dallo stesso possa mettere davvero fine a una dittatura. Lo sappiamo, così non potrà essere. La primavera araba sembra avere due velocità, che dipende dall’interesse che l’occidente dimostra. Petrolio? Sarebbe banale. Deve esserci una motivazione più importante o forse una paura latente (tenuto conto che la dittatura è stata imposta dai paesi europei a seguito della seconda guerra mondiale). La Siria è storicamente un luogo difficile, anche per la sua posizione geografica e per i suoi scottanti confini. Ciò di cui l’occidente ha paura è la potenziale guerra civile in questo paese. E’ forse per questo che ci si tiene lontani? Quello che è davvero importante è garantire libertà a questo popolo: una vera libertà. Così’ mentre il popolo votava a Damasco e Aleppo, un’altra parte di Siria, ancora oggetto di repressione, hanno boicottato la consultazione. Quest’azione potrebbe nascondere una verità scomoda e dura da digerire: il referendum potrebbe (e uso potrebbe) essere una farsa. Lecito riflettere, doveroso parlarne. La guerra di informazione sappiamo essere governata ancora da Assad, che vuole far credere al mondo che vada tutto bene, così come molti dittatori prima di lui hanno fatto. Siamo così stolti da crederci? La cronaca ci porta a raccontare che sono state sequestrate (sia con blitz nelle case che con posti di blocco) un numero enorme di carte di identità per poterle utilizzare per votare usando quei nomi. Per quanto riguarda i dati di affluenza è stato dichiarato dallo stato il 99%, ma l’affluenza reale è invece molto, molto più bassa (pare ai minimi storici). Continueremo a seguire la questione siriana con attenzione.
Foto e fonte: Ansa