Sentivo in radio quella canzone che urla “di quando corri in macchina alle due di notte, senza una meta, senza una strada, con gli occhi lucidi…” e mi è venuto da pensare a quante volte mi è capitato davvero di vivere una scena simile. A quante volte avrei voluto lasciare alle spalle tutto e correre, correre sempre più forte, senza sapere esattamente dove andare. Per poi ritrovarmi regolarmente al bar dell’autogrill a bere, un caffè, ovviamente. Perché non sono mai stato così aggressivo dal mettermi al volante brillo. Siamo quello che in realtà vogliamo essere. Stronzi, malinconici, solitari, incantati. Ingenui. E veri, maledettamente veri. Con o senza una penna in mano, vicini o lontani dai tasti di un pianoforte. Ecco, quanto sento quella canzone, però, un po’ di magone mi viene. Non so esattamente il motivo, ma credo perché a volte ho paura di perdere quella parte di me. Una parte di cui non saprei fare a meno. La mia parte più vera.