Gli stili musicali che si intersecano in questo disco sono molti e l’effetto provocato è molto interessante. Il primo pezzo “Frenkin’Monsters” è ritmato, con influenze che viaggiano dal jazz al blues, senza dimenticare l’elettronica, mentre il secondo “Bee Hive” mostra un’atmosfera tra rock e musicalità che si perdono negli anni 70’. “43 sunset” possiede le potenzialità musicali del rock puro, anzi del Rock and Roll, per essere più precisi, anche in questo caso con contaminazioni della musica anni ’70. Il risultato è una sonorità moderna e accattivante. “Rollercoaster” si lancia in un periodo storico e musicale più recente: gli anni ’80 e lo si capisce si dalle prime note della canzone. Orecchiabile e affascinante, con un ritornello che si apre a sonorità degne della Discomusic. Parlavamo di anni ’70 ed eccoli esplodere in “Sunshine”, pezzo trascinante e ricco di richiami musicali da apprezzare e approfondire a ogni nota. “True Romance” suona moderna, elettronica quanto basta, trasposizione adatta alla musica club, originale e classica allo stesso tempo. Ottima miscela per un pezzo che sa farsi ascoltare. “Clogged” è una ballata lenta, ma ricca di sapori particolari e intriganti, c’è un’originalità che si esprime proprio nei continui richiami alle sonorità di tempi diversi. Questa miscela esplosiva genera pezzi particolarmente succosi. “Monolab” ci porta quasi alla musicalità dei “Beatles” con contaminazione elettroniche e non è una cosa facile da creare, considerata la tipologia dei pezzi precedenti. Ciò che emerge è un’estrema duttilità di questi musicisti, capaci di entrare in epoche diverse, come se viaggiassero sulla macchina del tempo. Come parlare dei Beatles senza citare anche i Rolling Stone? Ebbene “Hei!” in parte ci porta proprio all’altra faccia del rock, quella più “sporca”. Il disco termina con una ballata armoniosa, “Santhe”. Piacevole ascoltarla e gustarla, come per tutte le canzoni di questo album che racchiude tanti generi, emozioni e gusti diversi. E’ difficile decifrarne il contenuto fino in fonfo, poiché si presta molto alla soggettività dei vari ascoltatori. Si, perché è davvero un disco che è difficile non apprezzare, per l’intuito creativo e per la conoscenza della musica a 360 gradi. Ottimo sound, classico ma contemporaneo, diverso e tradizionale. Controsenso? Si, lo è, ma è controsenso assolutamente positivo. “Mr Thomas’s Travelogue Fantastic” è un bel disco.