Fare i cantautori esige capacità e conoscenza del mezzo espressivo, oltre a una buona dose di volontà di osare. Queste caratteristiche sembrano non mancare a Loizzi, che regala un album ricco di spunti interessanti. Lo si capisce già dal primo pezzo “Quando meno te lo aspetti”, graffiante, aggressiva e attuale, e in “Tutti quelli”, in cui Loizzi presenta un quadro quasi agghiacciante di una società spesso ipocrita, che vende sogni già infranti e costruisce la propria immagine a tavolino. Giochi di parole e atmosfere che somigliano più a uno sfogo in musica contro un sistema che brucia le speranze in “Che fastidio”. Cinismo che si scaglia contro la morale cattolica e in generale contro l’ipocrisia. Nell’album ci sono anche momenti più introspettivi, ed è il caso del pezzo “Via Ripamonti” in cui le divagazioni sulla vita e sul senso delle cose diventano una ballata con ritmo e trasporto. In “Taglio la corda” Loizzi racconta un’Italia senza dignità e nome, da cui scappare. Ancora momenti in cui l’amore diventa canzone. “Pillole” è una valzer struggente, che racconta di una donna che è andata via. C’è la speranza di ricominciare con i resti di ricordi di un amore che non vuole morire, un amore per una donna che non si riesce a odiare. “Di notte” è una ballata che ricorda quelle di Vecchioni. Anche “Il pazzo” ricorda la musica d’altri tempi, un po’ Gaber, con parole attuali. Atmosfera soffusa in “Milano”, sfumature di una città che si sveglia e che torna viversi, con le sue idolatrie e i suoi sogni. Un album pieno di ironia, sarcasmo. Polemico e intrigante, che mette al centro il pensiero, le parole e le idee. Ed è un’ottima cosa. L’album omonimo “Luca Loizzi” è da ascoltare più volte, soprattutto per capirne bene i contenuti. La musicalità ha origini nel jazz, folk e tante altre contaminazioni che portano uno stile cantautorale di tutto di rispetto. Ci sono tante contaminazioni, ed è giusto così, ma ora ci aspettiamo un salto per raggiungere un grado di unicità e che permetta all’autore di prendere una posizione stilistica certa e determinata, staccandosi così da quella che è l’impronta dei cantautori italiani storici. Non è facile, ma Luca Loizzi ha tutte le carte in regola per diventare unico nel suo genere.