I titoli dei giornali esasperano o ignorano, ma la serie di attentati che hanno avuto luogo in Sri Lanka riguarda un attacco di matrice islamica contro i cristiani, avvenuto durante una celebrazione religiosa. Nel nostro paese è in corso una propaganda volta indoviare un nemico, da ricercarsi tra gli immigrati, tra i quali è evidente la maggioranza di individuali di religione islamica. Questo spiega il timore o la necessità di strumentalizzare l’accaduto. La sensazione è quella si vivere in un continuo clima da partita di calcio. Sono tornati in auge temi come fascismo, razzismo, deriva autoritaria, comunisti e tanti altri. In tutto questo si sta perdendo un concetto che è naufragato già a seguito degli attentati dell’Isis in Europa, ovvero l’integrazione. Attentati effettuati da personaggi nati e cresciuti nei paesi che hanno attaccato. Qualcosa è andato storto, tirando fuori concetti che si credevano dimenticati, come la guerra tra religioni. A fare da sfondo una politica falsa che si autoalimenta con il dissenso e una volontà di non leggere una storia che è stata scritta in troppi modi diversi e che si presta troppo facilmente al revisionismo storico. Insomma, nella confusione ognuno può dire quel che gli pare. Un periodo storico difficile. A differenza degli altri precedenti, qui c’è la rete che fagocita e smonta, senza poi lasciare traccia. Milioni di trame diverse. Fermiamoci a pensare a cosa sappiamo davvero di quello che accade e invece quanto siamo in grado di assimilare pensieri di altri. É questo il rischio, come in tutti i periodi storici, diventare strumento, perdere la capacità di riflettere. Questo a prescindere dal grado di conoscenza. In questo momento storico anche chi legge può essere influenzato, anche senza esserne consapevole. Anche chi scrive. Ed è questo non sapere a fare paura.
Photo AdnKronos
Text by Daniele Mosca