Nutrimento

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Avevo chiuso la porta alle mie spalle, non sarei mai più tornato a farmi trattare in quel modo. Sentivo ancora addosso i graffi delle sue parole, degli sguardi che tradivano quel sentimento che non c’era più. Tradivano la mia fiducia in un mondo che pensavo di conoscere. Può una porta difenderci davvero da noi stessi? Ci illudiamo sia possibile, quando sappiamo che non è così. C’è ancora della lasagna congelata in frigo, stasera mi nutrirò di quella, il mio contorno sarà quel sapore di amaro. Quello che resta quando una storia finisce, quanto il ticchettio dell’orologio fa così rumore da assorbire il suono del silenzio.

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Text by Daniele Mosca

Oltre ogni modo

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Colpevole oltre ogni modo, le mani insanguinate. Le sirene suonano in lontananza, ma sono sempre più vicine. Il suo corpo giace in terra. È successo tutto troppo in fretta. E io non volevo ucciderlo. La mia vita sta per spezzarsi, distrutta dall’alcool che inghiottiva ogni notte. Mi gira tutto intorno, ho voglia di piangere, ma nessuna lacrima potrà mai scendere per quello che doveva essere mio padre. Vorrei poter scappare, ma nessuno può mai farlo davvero. A condannarmi, sono stata io stessa. Quando ho deciso di difendermi.

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Text by Daniele Mosca

È già ora di cena

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Guardava le sue mani aggrenzite. I pensieri lasciati sul comò. Fuori pioveva ancora, ma aveva bisogno di prendere aria, di respirare. Diventava sempre più difficile in una città che diventava sempre più piccola, dove tutti facevano finta di conoscersi. Il tempo scivolava via e nessuno glielo avrebbe reso. Se ne rendeva conto tutte le volte che passava davanti allo specchio. Impietoso e sincero, quasi come un vero amico. Avrebbe avuto il coraggio di guardarlo e dirgli che aveva ragione, che era cambiata. Ma con noi stessi non siamo mai davvero sinceri, cerchiamo di nascondere sempre la verità tra le pagine di vecchi libri che invecchiano sugli scaffali, come potessero farlo loro al posto nostro. Prese la crema idratante e l’aprí. Stese un po’ di prodotto sulle mani e iniziò spalmarla sulla pelle. Era già ora di cena.

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Text by Daniele Mosca

A chi parla la Lega di Salvini?

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La simbologia in politica non è mai un caso, perché comunica pur senza esplicitare il destinatario del messaggio. É un rituale che conosciamo bene. Ricordiamo la croce, la falce e il martello, la croce celtica. Assistiamo, però, negli ultimi tempi, a una nuova forma di comunicazione che veicola messaggi apparentemente contrastanti. Mi riferisco alla dichiarazione del Ministero dell’Interno che prende le distanze dal Vaticano (e viceversa) in riferimento al tema migranti, mentre snocciola sul palco adiacente al Duomo di Milano un rosario. Era già accaduto qualche tempo prima con un vangelo. Messaggio che contrasta con la politica migratoria intrapresa nel nostro paese. Ma il messaggio è per i potenziali elettori, in vista delle prossime elezioni europee, in particolar modo a quelli afferenti alla sfera cattolica. Questa manovra ha però suscitato contrasti e proteste, il motivo sta proprio nella provocazione insita nel messaggio stesso. La Lega ci ha già abituati alla simbologia, sin dalla leggendaria figura di origine celtica presente sul logo del partito. Lo sviluppo in termini di consenso nell’intero territorio italiano ha reso necessario una modifica delle componenti simboliche e in questa ottica si fa riferimento alla componente numericamente più importante. Il contrasto resta, perché nessun cattolico praticante potrebbe concepire le politiche sull’immigrazione intraprese da questo governo, quindi, a chi è rivolto questo messaggio?

I custodi e la Pergamena del Potere, il romanzo di Federica Loreti

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I custodi e la Pergamena del Potere è un romanzo affascinante, in equilibrio tra storia e suspense. Il protagonista Gabin Wagner si fa spedire dall’America un documento acquistato all’asta da suo padre e per conquistare gli ambienti colti e raffinati di una fumosa Londra del milleottocento decide di organizzare un evento in cui intrattenere gli influenti ospiti, attirati dalla mostra di questo importante oggetto. Il documento in questione è una delle poche copie della Magna Charta, pilastro fondamentalmente ancora oggi della monarchia britannica. Peccato che uno dei presenti, lo storico Alf Husser, si rabbui alla vista del prezioso oggetto. Lo storico spiegherà in un secondo momento a Gabin il motivo delle sue perplessità, ovvero che secondo lui quel documento, seppur presentando le firme di Federico II di Svevia e Giovanni Senza Terra come l’originale, non sarebbe affatto la Magna Charta, ma un documento molto più misterioso. Il testo è rappresentato da una serie di versi. Entrambi partono per una vera e propria caccia al tesoro per scoprire il segreto che nasconde, giungono in Spagna per poi raggiungere Roma, dove scoprono la Pergamena del Potere che li condurrà in quella che era stata la famosa Alessandria d’Egitto. Ma in questo viaggio non saranno soli. A seguirli, nell’ombra, sarà Helena, una bella donna, avvolta nel mistero e nel desiderio di vendetta. Il romanzo della giovane autrice Federica Loreti ci accompagna in un viaggio che nasconde segreti, sentimenti e tradimenti, in un vortice di eventi che porterà il lettore a scoprire un mondo nuovo e sconosciuto. Tra scrittori come Virginia Wolf e Arthur Conan Doyle e personaggi misteriosi come Astur e Astafel, Federica crea un mondo affascinate e pericoloso. Siete pronti a scoprirlo?

Mondi paralleli

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Le atmosfere de #LaMacchinadelSilenzio non sono casuali. Viviamo in un mondo dove realtà e realtà virtuale corrono parallele, che a tratti collidono e che spesso si scontrano. Esiste una rete che ingloba tutto, una rete nata per scopi militari e dentro la quale si sviluppano algoritmi e virus creato con l’unico scopo di controllare, monitorare, influenzare, creare veri e propri mondi paralleli in cui nulla è più ciò che sembra. Sembra un film di fantascienza, eppure è la nostra realtà.

La Stampa contro i bookblogger

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Lo sapete, quando c’è una polemica io difficilmente mi tiro indietro. La Stampa pubblica un articolo post Salone che accusa in qualche modo i bookblogger di essere la rovina degli editori e soprattutto dei librai, perché sarebbero in grado di decretare successo o insuccesso di un romanzo. Io sono ormai un blogger di vecchia data, dalla musica ai romanzi credo di aver parlato di un po’ di tutto. Certo, rispetto a questa orda di nuove leve così fotogeniche e preparate sulla comunicazione video io sono una cariatide, ma credo che questa categoria così maltrattata sia uno degli ultimi baluardi della promozione dei libri. I librai chiudono non a causa dei blogger, ma di Amazon, Feltrinelli, Mondadori, del pauroso giro che si cela nella distribuzione dei libri. La Stampa questa volta non sa di cosa parla, non conosce il fenomeno e tanto meno lo ha studiato. Da scrittore che prova a emergere però qualcosa avrei dire. Alcuni blogger possono decretare i numeri di un romanzo. Nel bene e nel male. Personalmente mi è capitato di subire il tentativo di oscurarmi o la classica recensione negativa, piuttosto che il blogger che piuttosto che recensire me (nonostante avesse ricevuto copia gratuita a spese dell’editore) preferisse incensare altre CE, tra l’altro incensate dalla maggior parte dei bookblogger. Quale sia il motivo non voglio saperlo, ma posso immaginarlo. Per non parlare dei tam tam riguardati presunti dati di vendite astronomiche. A ogni modo, diversi blog possono fare cartello e determinare successo o insuccesso di un romanzo, questo è vero. Detto questo, nulla c’entra con i librai, ne ho conosciuti diversi molto appassionati, competenti, li ho ascoltati e posso assicurare che ciò che li manda in crisi è ben altro. D’altro canto i bookblogger, aldilà del parere surreale de La Stampa, non stampano e non vendono libri. Quindi quell’articolo non sta in piedi. Lo scopo di vendite copie è una prerogativa dei giornali, non del blogger, moderno o antico che sia, che deve pagarsi un dominio, spesso senza entrate, pagarsi le spese di gestione, quasi sempre comprarsi i libri. E perché? Solo per passione.

Tra le dita, un sogno

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Ai margini,
lo spettacolo è altrove.
Recito, attorno è confusione.
File interminabili per gli attori importanti.
A muovere me era la passione,
per qualche moneta.
Ma dentro qualcosa brucia,
e non posso ignorarlo.
Mi assale nella notte.
E non riesco a spiegarlo.
L’umiltà costa cara,
l’ambizione logora.
In un prato aperto,
pieno di papaveri rossi.
Svettano, nella loro presunzione.
Inconsapevoli,
di essere infestanti.
Resto ai margini,
stringendo tra le dita un sogno.
Inconsapevole,
Che sia già svanito.
Così come la mia voce.

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Text by Daniele Mosca

Crescere é reinventarsi

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Crescere é reinventarsi.
Cercarsi un volto nuovo.
Un colore preferito.
Provando a sorridere
È accettarsi,
O provarci, almeno.
Senza mai riuscirci davvero.
È incantarsi,
senza riuscire più ad ammetterlo.
A se stessi,
ma nemmeno agli altri.
Vorresti fermarti e raccontarlo.
Ma te ne vergogni.
E resti zitto.
Ormai siamo grandi.
Non c’è più tempo per le emozioni.

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Text by Daniele Mosca