Poi, d’un tratto. La luna era calata, così come un sipario. Le allettanti parole, gli occhi lucidi. Gli applausi, e i respiri. I sedili rossi, alternati. I deserto dei passi, di quel deserto, incantato soltanto da un riflettore. Tre gradini. Tendoni troppi rossi, sbiaditi da una passione più forte. Brandelli di un copione, qualche parola qua è lá, incastrata negli ingranaggi del palcoscenico. La vita, é così. Ed era tutto così chiaro. Contavo le battute, e a tratti non capivo. Che anche oltre quella luna, che ogni sera si spegneva. Io, ti aspettavo.