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Lol, chi ride è fuori

Potrei parlare di geopolitica, di idrogeologia o di rivoluzioni culturali, ma oggi si parla di un programma di grande successo di Amazon Prime: Lol, chi ride è fuori. Un programma che prevede di chiudere per sei ore in un teatro dieci comici che per vincere devono rispettare un’unica regola. Non ridere. Fin qui il gioco potrebbe sembrare semplice, ma non lo è quando nel cast ci sono esponenti della comicità di tutte le ultime generazioni, con modi e tempi diversi nelle battute, con mondi diversi, da chi proviene dalla realtà social, come Frank Matano, che con gli scherzi ci è nato  chi dalla scuola Guzzanti, chi dal cabaret e avanspettacolo come Lillo, chi dalla scuola Zelig, come Pintus, fino ad arrivare alla nuovissima scuola del Comedy Central come Michela Giraud e Luca Ravenna e del The Jackal, per arrivare alla comicità storica e surreale di Elio. Una miscela che non può non risultare esplosiva e toccare livelli di spontaneità dell’antico Mai dire Gol. Insomma, un programma di intrattenimento leggero, ma che si allontana dalla finzione che vuole sembrare tv verità. Forse questo punto segnerá un vero spartiacque tra la tv per come la ricordiamo e quella delle piattaforme, che entrano pesantemente e prepotentemente nel varietà e nel costume. Ebbene, sì, mentivo. Sto parlando di una rivoluzione culturale.