Lontano dal freddo,
dal glaciale incedere
di note stonate.
Fuochi incrociati,
a lambire ogni luogo
appeso a un soffitto leggero.
Il tocco soffice,
della parola sbagliata.
La lama,
a sorseggiare veleno.
Il brivido,
portato via dal vento.
Faceva freddo quel mattino.
Ero solo davanti a un mare in tempesta.
Ma dentro di me era anche peggio.
Un libro nello zaino,
a cui mancavano poche pagine.
Avrebbe atteso ancora.
Tutto il peso in un pensiero,
sfuggente.
Tutto il sole a riscaldare,
lentamente.
Il vento si è placato.
Non piove più.
Ma le tempeste sanno aspettare.
Photo by Unsplash
Text by Daniele Mosca