
Il faccia a faccia tra Zelenky e Trump e il vice Vance è stato da una parte vergognosa, dall’altra preoccupante. La deriva del populismo ci ha condotti a un mondo di sbruffoni e prepotenti che pretendono di imporre la loro veritá, quale essa sia. Preoccupante è parlare di Terza Guerra Mondiale con la semplicità con cui si parlerebbe della sagra della verza.
Zelensky rappresenta il popolo di un paese aggredito e che difende la propria libertà. E questo non bisogna mai dimenticarlo. Va rispettato. Il paradosso per il quale sarebbe stata l’Ucraina ad attaccare la Russia è surreale, anche considendo gli eventi del 2014. Per non parlare della Crimea. Intollerabile provare a rimettere Putin tra i buoni. È troppo tardi per un Capo di Stato che ha fatto bombardare interi palazzi abitati da civili. La politica di Trump è chiara, rompere con l’Unione Europea, metterla in mezzo a due delinquenti per sottometterla. Esattamente la scena vista ieri. Dopo aver lacerato la storia russa, stiamo vedendo sgretolarsi anche quella americana, con il chiaro intento di distruggere anche la nostra.
Questa volontà di riscrivere la storia è in corso da tempo e in tutti i paesi del mondo, anche nel nostro paese. Il coro di tifosi di Putin sbraita da parecchio e lo abbiamo visto pronto a sottomettersi. Per quanto riguarda il rapporto di sudditanza con gli Stati Uniti è cosa nota, anche economicamente per gli eventi della Seconda Guerra Mondiale. Per l’Unione Europea è arrivato il momento di diventare grande e di emanciparsi e non è una questione di destra o sinistra. È una necessità. Per farlo serve partire dalla democrazia e dalla difesa della libertà. Senza se e senza ma.
Alla destra, così come alla sinistra serve liberarsi dalle bandiere di un passato che non racconta bellezze, ma sangue. Serve guardare al futuro. Senza questo concetto queste formazioni politiche non hanno più senso di esistere, se non per fomentare orde di tifosi incoscienti. Serve difendere la nostra storia. E un paese come il nostro non può accettare che due gradassi umilino il capo di un paese aggredito. Non può. Anche se questi due gradassi sono americani. È una situazione assurda ed è fuori da ogni dubbio che si debba sempre cercare di raggiungere la pace, ma la resa di un paese aggredito, la svendita della sua libertà, sotto ricatto è davvero troppo.
E lo ribadisco, anche alle anime belle che vorrebbero usare parole piú dolci e accondiscendente nei confronti dei potenti di turno, questo é un comportamento da infami.
Ripeto. Infami.