A volte ho l’impressione che si voglia trasformare tutto in una gara tra autori emergenti, in una specie di gioco al massacro, con obiettivi che mi risultano ancora occulti. Accettare quel tipo di gara vorrebbe dire prendere atto dell’esistenza di un circuito di serie A, in cui gareggiano solo gli autori delle grandi case editrici, distribuiti in lobby di cartello e uno di serie B, dove c’è di tutto, da quello bravo a quello che ha problemi con i congiuntivi. Personalmente non credo debbano scrivere (e intendo pubblicare) tutti, ma solo quelli bravi davvero. Per esempio, io vorrei vedere il mio romanzo in tutte le librerie serie, perché ritengo sia quello l’unico circuito di vendita accreditato. D’altro canto quando ho voglia di un gelato vado in una buona gelateria e non nella sezione “gelato fai te su Amazon”. Questo giro di parole per dire che la credibilità non è una caratteristica che si ottiene urlando, sbraitando, martellando, illudendo e peggio ancora mettendo sul mercato prodotti inappropriati, per non dire ridicoli, ma lavorando con serietà e professionalità. Quindi, mi spiace, ma non ho alcuna intenzione di duellare con dei dilettanti. Come dico spesso, su alcune cose non si scherza. Ecco, scrivere é una di queste.