Correva il tempo, perché lí c’era troppo vento. E gli occhi bruciavano, ma non potevano non vedere. Correva, il tempo. E la luna faceva un po’ meno paura. Avvolta dalle nubi, incastrata tra troppe stelle. Chissà se mai avrebbe scoperto la solitudine. Quella che inganna, col sapore aspro di un giorno di pioggia. Poi, fermo a una stazione, attesi il treno che sarebbe arrivato da lí a poco. Raccolsi i pensieri e glia accordi disarmati. Ed é così che accadde. Un suono, poi una melodia e, in fine, le parole. Il tempo non correva più. Aveva imparato a camminare. E a raccontare.