La scelta di un protagonista di una storia è sempre complessa. Per quanto mi riguarda la figura di Davide Porta è nata per caso, moltissimi anni fa. Ero in spiaggia ed era già buio. All’improvviso ho sentito un rumore assordante proveniente dal mare. Poi un secondo rumore. Dopo qualche secondo ho capito che si trattava del rumore di motori. Qualche secondo più tardi ho visto dei fari accendersi, così sono riuscito a vedere meglio la scena. Si trattava di due motoscafi con motori di grossa cilindrata che si rincorrevano. La scena è durata pochissimo. Incuriosito, ho iniziato a informarmi. Ero in Puglia in quel momento, sulle coste vicino a Ostuni. Ai tempi una delle attività più redditizie era il contrabbando di sigarette e tra contrabbandieri e finanzieri si sviluppavano vere e proprie guerre con inseguimenti. Con i miei occhi ho potuto vedere veri e propri hangar nascosti tra le zone rocciose più lontane dal mare, mezzi blindati in grado di speronare altri veicolo. Ma la cosa affascinante era che gli stessi finanzieri riutilizzassero quei mezzi sequestrati riutilizzandoli per vincere la battaglia con queste organizzazioni. Ho potuto vedere gli scafi che venivano utilizzati per il trasporto dei carichi, delle bestie del mare potentissime. A margine di tutto questo si percepiva una qualche forma di rispetto reciproco tra chi inseguiva e chi veniva inseguito. Ed è proprio da questi scenari che iniziato a immaginare, da ragazzino, delle storie in cui il protagonista era sì un cattivo, ma con in fondo un animo buono, un uomo che per vivere era quasi costretto a usare l’ombra che c’era dentro di lui. È proprio lì che è nata la voglia di riflettere sull’animo umano. Perché in ognuno di noi spesso si nasconde una qualche forma di male e che spesso ci è necessaria per vivere.