Era il 1990. Erano le prime partite di calcio che vedevo in vita mia. Poi la favola del giocatore che si alzava dalla panchina per risolvere la partita. Lo sguardo spiritato, quasi di stupore, dopo il primo gol. Ricordo l’atmosfera di festa per i gol successivi, fino alla semifinale Italia – Argentina, contro niente meno che Diego Armando Maradona. Ricordo le attese fuori dagli spogliatoi della Juve per avere il suo autografo, che ancora oggi custodisco. Ricordo i cori allo stadio, come fosse ieri.
Se ne va una parte di quella vita, perché Totò Schillaci per me era ed è rimasto un mito.