Sul filo dell’acqua, il nuovo romanzo di Sara Rattaro

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Sul filo dell’acqua è un vortice. Un incastro perfetto di vite, istanti, pensieri, paure, fallimenti e rinascite. C’è tutto il mondo nelle parole che Sara Rattaro compone riuscendo a creare un meccanismo magistrale. I protagonisti sembrano rincorrersi, uniti, appunto, da un filo invisibile. Leggendo questa storia, mi è venuto in mente il brano di Marco Masini “Spostato di un secondo”, quell’attimo che può cambiare la vita di più persone. Tutto inizia con il salvataggio di una donna durante l’alluvione che sconvolse Genova, per poi intrecciare le vite degli altri protagonisti. Storie nelle storie, amori, tradimenti, amicizia, delusioni, sogni infranti, ma anche l’arte del rialzarsi, così come proprio Genova insegna. Come amori che sembrano galleggiare sul filo dell’acqua, un attimo prima pronti a nascere, un secondo dopo ad affogare e morire.

Vittima 2117, il nuovo romanzo di Jussi Adler Olsen

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#Vittima2117 é un thriller molto differente rispetto agli altri romanzi della serie #SezioneQ di Jussi adler Olsen, ma non per questo non meno affascinante. Il tema principale è il passato di uno dei personaggi più enignatici della serie: Assad. Un suo acerrimo nemico é tornato dal passato per portare a termine la sua vendetta. Il piano prevede un attentato terroristico in Germania, che coinvolge la famiglia di Assad. Il lettore assiste alla preparazione di questo attacco e contemporaneamente alle indagine per svelarlo, anche attraverso gli occhi di un giornalista, entrato suo maldrado in contatto con l’attentatore: Gaalib. A tratti il romanzo rallenta, come per dare il tempo al lettore di assimolare ogni scena e soprattutto i pensieri di Assad, che ne emerge completamente in modo diverso rispetto alle puntate precedenti. Ma non stupisce troppo. Il romanzo lascia in qualche modo spiazzati, perché fa riflettere su quello che sarà il futuro di Assad, ma anche di Carl, che anche in questo caso lo aiuta in un momento così difficile, mentre anche la sua vita sta per cambiare.

Fiori sopra l’inferno, il romanzo di Ilaria Tuti

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Oggi come oggi è difficile trovare giovani autori di thriller con una marcia in più. Ilaria Tuti, quella marcia in più, ce l’ha. “Fiori sopra l’inferno è un romanzo” che tiene alta la suspence, pur entrando nella mente dei protagonisti con delicatezza. La narrazione è elegante e apparentemente “tranquilla”, ma è un inganno. La trama ha un’architettura ben studiata e si sviluppa con una maestria. Inevitabile non parlare della protagonista Teresa Battaglia e del suo collaboratore Massimo Marini. Lei è scorbutica, con un grande talento investigativo. Lui è alle prime armi, ma dimostra sin da subito di avere le carte in regola per supportare la protagonista, anche nella sua goffagine, riesce a essere decisivo. Ma quello che determina un’ombra che lentamente sulla vita dei protagonista è il male che ha colpito Teresa e che degenera giorno dopo giorno. É l’Alzheimer. Questo problema costringe la protagonista a scrivere gli appunti su dei fogli per non perdere di vista le informazioni trovate durante le indagini. Le ambienta riguardano scenari di montagna, in cui i personaggi sono molto chiusi e che sembrano tutti difendere il potenziale killer, tra stranezze e storie antiche, la storia svela il vero volto del paese e dei suoi abitanti. La montagna nasconde un segreto. Ed é inquietante. Lo si capisce sin dalla prima scena. Tra le montagne c’è un ospedale, nel quale c’è una stanza a cui solo poche persone posso accedere. E devono essere incappucciate. Inutile aggiungere ulteriori dettagli. Leggetelo.

“Il tempo qui ed ora”, il nuovo album di Andrea Lelli

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Il nuovo disco di Andrea Lelli si chiama “Il tempo qui ed ora”, che è anche il nome del primo brano, una ballata decisamente attuale, musicalmente ben suonata e con una melodia accattivante. “Angelo mio” è una canzone leggera, in cui melodia ed elettronica si fondono, mantenendo un equilibrio che convince sin dal primo ascolto, caratterizzata da un’elevata qualità del testo, profondo ed equilibrato al taglio pop del brano. “La vita sai com’è” si contraddistingue per una miscela affascinante tra elettronica e un testo importante. Brano stilisticamente moderno, che allo tempo affonda le radici nella bellezza della musicalità italiana. “Il pittore” racconta la vita. E lo fa usando con maestria le metafore e appoggiandosi a una musicalità avvolgente e orecchiabile. “Fiori rotti” è una ballata dal sapore classico, ma dal suono radiofonico decisamente attuale, potrei sembrare ripetitivo, ma credo sia un concetto importante per quanto riguarda questo album. Ottimo suono. Elettronica. Testi importanti. Modernità, ma senza stravolgere la struttura classica. Il tutto miscelato con le giuste proporzioni. Per chi ama la musica italiana di qualità è un risultato da applausi. “Codice bianco” è un brano che riecheggia nel rock, affronta i momenti importanti della vita, delle attese, delle cose che, semplicemente, accadono. Un fermo immagine di noi, nelle sue sfumature, di come protendersi nei confronti degli eventi piú o meno importanti della vita. L’importanza di vivere il momento. “La tua strada” racchiude le parole sofferte consegnate a un figlio, tra quello che sei stato, che sei e che potresti essere. Perché lasciar andar un figlio sarà difficile, ma sarà la sua vita. E un genitore deve imparare sin da subito che non sarà mai pronto a quel momento. Gli errori, la fiducia, le scelte. Tutto è nascosto lungo quella strada da percorrere insieme. “Scale di grigi” è un brano particolare e raffinato, come camminare in bilico tra presente e passato, tra errore e fuga, tra lo restare insieme e non volerlo più fare. Quegli attimi che cambiano tutto, perché la vita è fatta di sfumature, tra il bene e il male. Tra l’io. E il noi. “Libero e senza filo” è una canzone che inneggia alla semplicità, alla purezza di un gesto di un bambino, un pensiero che può e vuole cambiare il mondo, liberarlo dal suo veleno. Librarsi in volo per poter guardare le cose da una prospettiva diversa. Più completa. E più libera, dove i fili muovono solo aquiloni. “Il nascondino delle parole” racconta i mondi in cui le parole si nascono, perché è sempre difficile dirle, perché le parole sanno fare male. Ma anche le parole non dette, i silenzi, possono ugualmente farne. Quelle parole urlate, senza pensare. Parole non calibrate, pericolose come proiettili vaganti. Quanto sono importanti le parole? Molto, a dimostrarlo sono proprio quelle usate nelle canzono di questo album. Storie che si rincorrono, un filo conduttore che lega frasi e parole. Il disco si conclude con una bonus track “Sotto e sopra il ponte”, un racconto di un passato che rimane impresso sulla pelle, l’anima. Il cuore. È un racconto che accompagna verso un presente che “quel ponte” lo ha visto crollare. E distruggere la vita di tante persone. È, però, anche il racconto di come una canzone che, la vita, può anche salvarla. “Il tempo qui ed ora” è un album completo. Elettronica, usata con intelligenza ed equilibrio. Suoni ricercati, affascinanti e stilisticamente raffinati Un grande lavoro che si cela dietro questi brani. Una ricerca interiore, ma che svela una grande professionalità e attenzione sia verso la musica, nella sua concezione più intensa, ma anche verso la sua evoluzione nel panorama musicale contemporaneo. Perché scrivere una bella canzone non è facile, lo è ancora meno farlo mantenendo il target musicale di oggi. Andrea Lelli lo ha fatto con maestria. Talento, professionalità, non mancano. E si sente. Disco consigliatissimo.

1Q84, il romanzo di Murakami

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Oggi vi parlo di un autore e di un romanzo controverso, ma che vale sicuramente la pena di conoscere.
“1Q84” è come un vortice. Un mondo parallelo in cui si rimane imprigionati. Si soffre e si gioisce assieme ai protagonisti Aomame, Tengo e Fukaeri. Un intrigo che si ingarbuglia pagina dopo pagina e atmosfere misteriose e a tratti mistiche sono gli ingredienti di un romanzo particolare. Lo stile di Murakami è originale e sfoggia una cultura certamente differente da quella che siamo abituati a trovare nella letteratura contemporanea, perché sembra di immergersi in una realtà epica, seppur ambientata ai nostri giorni. C’è un mondo che si percepisce all’inizio e che diventa parte del lettore, come se questo libro possa ipnotizzare con la forza di frasi e parole costruite con maestria, sapienza e una grande pazienza. Ci sono scene e immagini che ritornano, che arricchiscono un quadro, quasi fossero particolari e sfumature che rendono il senso complessivo ancora più intenso e coinvolgente. Sono pochi i casi in cui ci si imbatte in fenomeni letterari come questo, quindi è necessario entrare in questa dimensione per capirne il senso e assaporarne il contenuto. Una storia avvincente, che risveglia la curiosità e le emozioni, e che, non in ultimo, fa riflettere grazie alle metaforiche divagazioni che l’autore crea e plasma. Ci sono colori sensuali e riquadri agghiaccianti che si susseguono senza fine. Una girandola di sensazioni che scivolano via, pagina dopo pagina. C’è passione e amore in questa storia, c’è pathos e cinismo, c’è il male e il bene che lottano, c’è il male dentro e quello che insegue i protagonisti. C’è una guerra inconsapevole. Quella di Murakami è una narrativa ad altissimo livello che non si può fare a meno di leggere. “1Q84” è un libro nel libro, un mondo in un altro mondo. Forse questo libro rappresenta proprio il mondo.

Un ottima lettura, complessa, fantasiosa e spietata, ma allo stesso tempo accattivante e provocatoria.

La giusta distanza, il nuovo romanzo di Sara Rattaro

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“La giusta distanza” è il titolo di questo romanzo. E potrei anche chiudere qui il mio pensiero. Un concetto che in sé racchiude un intero mondo di sensazioni, emozioni, azioni, reazioni, amore, passione, crisi, tradimento, delusione, speranza, vita, morte, rinascita. E potrei andare avanti ancora, se Sara non avesse incasellato tutti questi tasselli in un puzzle perfetto. La storia di Aurora e Luca è così comune, da sentirla addosso, con le paure, le insicurezze, i sogni infranti, la stanchezza, ma anche la gioia e la consapevolezza, la forza di volontà necessaria per far vivere una storia. D’amore, ok, ma non è solo questo. Sara mette in scena il backstage dell’amore, quello che normalmente nessuno racconta, ma che lascia segregato in una lacrima che non può uscire, in una parola che non si può dire, in una ferita che si finisce per curare da soli, mentre nessuno vorrebbe che fosse così. Perché l’amore è anche impegno, rinunce, desideri che devono essere soffocati. Sara è una regina della scrittura e lo fa con maestria, la sua tecnica si è evoluta, ha sviluppato nel tempo livelli di coinvolgimento molto alti. Ma la sua caratteristica è sempre stata il coraggio, quello di mettere in scena, chissà, le sue paure, le sue delusioni, che poi sono quelle di tutti noi. Vorremmo averlo anche noi questo coraggio di raccontarle. Ma è per questo che nasce un libro, perché quelle emozioni possano essere condivise e vissute anche dai lettori. L’incipit di questo romanzo racconta di due sconosciuti che per la paura si stringono le mani, mentre l’aereo su cui si sono imbarcati sta precipitando, e con le loro rispettive vite, anche le storie che li hanno portati fin lì. “La giusta distanza”. E con questo concetto posso anche chiudere il mio pensiero, per il resto, leggetelo, io non saprei darvi descrizione migliore.

Lena e la tempesta, il nuovo romanzo di Alessia Gazzola

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“Lena e la tempesta” di Alessia Gazzola è una lettura gradevole, ben scritta, a tratti intensa. Tuttavia credo di aver letto decine di romanzi in cui c’è un’isola e una protagonista che proprio lì deve ritrovare se stessa e magari innamorarsi di un misterioso medico. Avevo molte aspettative, ma sono deluso da questo romanzo. Si legge in fretta, si fa leggere, ma da una autrice di questo calibro, lo dico dopo aver letto tutti i suoi romanzi, mi aspetto molto di più. Lo consiglio a chi cerca una lettura da ombrellone.
#lenaelatempesta
#alessiagazzola

In Serbo, il nuovo libro di Milica Marinkovic

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“In Serbo” è una testimonianza. Una lente di ingrandimento puntata su un evento storico che per molti di noi è poco conosciuto. Parliamo della guerra in Serbia. L’autrice di questo libro è Milica Marinkovic e affronta questa guerra da un punto di vista per molti inedito. L’autrice, infatti, definisce aggressori le forze militari occidentali, di cui anche l’Italia faceva parte. Le storie che Milica racconta pongono l’attenzione sul popolo serbo, su quei civili che la guerra ha trascinato fuori dalle proprie case, dai propri ritmi, dai propri sogni, per vederli morire o nascondersi, cercando di riscoprirsi tra un nascondiglio e l’altro, quando crescere diventa improvvisamente difficile, se non impossibile. Così emergono prepotenti quelle forze che spingono a vivere nonostante tutto, che spingono a ballare nonostante le bombe, a scolpire, dipingere, fino a dare alla luce un bambino. Sentire la voglia di scoprirsi vicini, anche quando il mondo potrebbe scomparire da un momento all’altro. Queste storie sono dolci, ma allo stesso tempo feroci. Una doppia anima, che caratterizza chi deve resiste, che non vuole soccombere, ma ricostruire i ponti dove qualcuno cerca di distruggerli. I personaggi che Milica dipinge vanno ben oltre la guerra e la storia di un paese, riguardano l’anima stessa dell’uomo, dei suoi equilibri precari e delicati, messi in discussione da cose spesso più grandi di loro. La voce guida di questo romanzo è Mila, una ragazzina di dodici anni che improvvisamente vede svanire la sua infanzia e i suoi sogni di un futuro sereno. Mila deve reinventarsi, reimparare a trovare se stessa. A cercare spazi in cui restare sola, in un mondo che la costringe a nascondersi, anche da se stessa. Il suono delle bombe, le sirene, il suo posto segreto nel bosco. Un mondo in cui è difficile immergersi e anche solo immedesimarsi, perché è feroce, ingiusto, insopportabile. In Serbo racconta l’atrocità silenziosa di un’aggressione. Alla libertà, al futuro, all’informazione, all’idea di un mondo giusto. “In Serbo” è un viaggio da percorrere in silenzio, cercando di capire, di andare oltre quelli che sono i pregiudizi che spesso vengono forniti da una storia raccontata da fonti di parte, come spesso accade alla fine di ogni conflitto. Non c’è un vincitore e un vinto, quando a perdere è il futuro della gente, di un uomo, una donna, un bambino. Non c’è un vincitore e un vinto, quando a perdere è la storia di tutti noi. Questo libro è una testimonianza importante, da leggere e comprendere fino in fondo.

“Rivolto a Sud”, il nuovo libro di Vincenzo De Marco

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Ho scoperto la poesia di Vincenzo De Marco con il suo libro “Il Mostro”. “Rivolto a Sud”, il secondo lavoro di questo artista, prosegue il viaggio che spazia tra le atmosfere della Puglia, quelle che sanno di sapori e odori degli Ulivi, a quelle lugubri del Mostro, che per chi ancora non lo conoscesse è l’Ilva di Taranto. Molte cose sono cambiate, come il nome della famosa acciaieria, ma quasi tutto è ancora fermo. Si muore ancora e denunciare è qualcosa per cui essere minacciati. Così Vincenzo ha lasciato, a malincuore, la fabbrica, ma continua a combattere con le sue parole fuori dalle mura perché qualcosa inizi a cambiare davvero. Nei suoi versi c’è l’amore, in tutte le sue sfumature. Ma c’è anche il suo contrario, la guerra. Struggente è il pezzo dedicato ad Anna Frank, per esempio. Tra i versi ci sono richiami alle migrazioni che le guerre portano, al concetto più puro di accoglienza. C’è il racconto di un mondo che ha sbagliato strada. I versi di Vincenzo De Marco costruiscono un mondo in cui le parole mattoni. E mentre c’è chi ci costruisce case, lui ci crea ponti e case. Una forma di ribellione che non punta a dividere, ma a unire. Così, verso dopo verso, Rivolto a Sud riprende il filo del Mostro per fare un ulteriore passo verso il domani. Ed è un giorno in cui si vedono ancora nubi minacciose all’orizzonte e in cui l’unica cosa fattibile è guardarsi dentro, scoprire le proprie radici e combattere. Per le proprie idee, i propri sogni, per un mondo in cui la poesia non sia sovrastata dagli spot di una realtà di discriminazione e odio. La poesia, la parola, come ultimo baluardo di una civiltà che non sa più distinguere tra reale e virtuale, tra odio e amore, tra vita e morte. In questo precario equilibrio la poesia è una bussola, una mano che può accompagnarci a guardare il mondo con occhi diversi, anche oltre le lacrime che la vita ci porta a versare. Con lo sguardo rivolto a sud.

Ho posto alcune domande a Vincenzo per spiegarci meglio il suo libro e i suoi progetti.

La tua poesia è un’arma, quanto coraggio ci vuole per scrivere davvero?

Non posso sapere quanto coraggio occorra per scrivere davvero. Credo basti essere onesti, guardarsi intorno e raccontare la verità senza aver paura di eventuali ripercussioni negative. Bisogna semplicemente essere normali. Soltanto con la normalità o chiamiamolo coraggio si potrà scrivere davvero e del vero. Onestamente.

L’amore ha mille significati, quale tra questi è quello a cui sei più legato?

L’amore ha mille significati. A quale sono più legato? A tutti. Sono innamoratissimo dell’amore. La mia poesia è amore. Anche nei versi apparentemente può crudi o duri scorrono litri e litri di amore Daniele.

Non possiamo non parlare con te di Ilva, so non ne fai più parte. Cosa ti è rimasto di quel Mostro?

Tanto. Mi è rimasto moltissimo. Sono e mi sento ancora parte di quella classe operai che si batte per i propri sacrosanti diritti (piccola parte in realtà), anche per questo infatti, pur avendo lasciato la fabbrica continuo e continuerò sempre la mia lotta al mostro. La mia/nostra personale battaglia che sono certo ci porterà a respirare a pieni polmoni aria pulita senza più paura.

In questo nuovo libro parli di guerra, migranti, ma soprattutto bambini. Cosa stiamo lasciando alle generazioni future, ai nostri figli?

Abbiamo dato ai nostri figli un pianeta cattivo e malato. Dobbiamo ammettere i nostri sbagli e rimboccarci le maniche affinché loro possano vivere in un paese diverso. Bello. Colorato di un colore nuovo. Il pianeta appunto non deve assolutamente avere muri o confini. Il pianeta deve e dovrà essere la casa di tutti. Come giusto che sia. Abbiamo tirato la corda per troppo tempo. È ora di fare qualcosa di concreto affinché questa deriva nera e autoritaria sia spazzata via e i nostri figli possano crescere in una terra giusta

Quali sono i tuoi progetti futuri? So che stai lavorando a un locale culturale. Ti va di parlarcene? 

 I progetti futuri? Ho scritto un paio di racconti nuovi che saranno inseriti in una antologia e poi sono a lavoro su “Dopo Belsen” un romanzo (il mio primo vero romanzo) a cui tengo tantissimo. In più sono alle prese con l’apertura di una libreria caffè letterario nel cuore del centro storico della mia cittadina. Venderò libri nuovi e usati. Vinili nuovi e usati ma non solo. Chi ne avrà voglia potrà leggere o ascoltare i dischi direttamente al caffè tranquillamente. Poi oltre alle solite programmazioni di eventi culturali, presentazioni e piccoli concerti il locale ospiterà tantissimi laboratori per grandi e piccoli. Non sarà, spero, il solito bar o la solita libreria. Più una Agorà in cui chiunque, specie i più giovani possano liberamente esprimere la propria arte o conoscere l’arte di altri. Proverò a regalare ai più giovani del mio territorio un luogo nuovo dove poter imparare l’arte della resistenza bella. Quella artistica e culturale. Dico sempre che l’arte e la cultura possono e devono aiutare questo paese a diventare un posto migliore. Io ci credo e questo sarà Casa Merini

Ringrazio Vincenzo per la gentile collaborazione e per averci parlato un po’ di lui e dei suoi progetti. Attendiamo con impazienza i suoi nuovi lavori.

I custodi e la Pergamena del Potere, il romanzo di Federica Loreti

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I custodi e la Pergamena del Potere è un romanzo affascinante, in equilibrio tra storia e suspense. Il protagonista Gabin Wagner si fa spedire dall’America un documento acquistato all’asta da suo padre e per conquistare gli ambienti colti e raffinati di una fumosa Londra del milleottocento decide di organizzare un evento in cui intrattenere gli influenti ospiti, attirati dalla mostra di questo importante oggetto. Il documento in questione è una delle poche copie della Magna Charta, pilastro fondamentalmente ancora oggi della monarchia britannica. Peccato che uno dei presenti, lo storico Alf Husser, si rabbui alla vista del prezioso oggetto. Lo storico spiegherà in un secondo momento a Gabin il motivo delle sue perplessità, ovvero che secondo lui quel documento, seppur presentando le firme di Federico II di Svevia e Giovanni Senza Terra come l’originale, non sarebbe affatto la Magna Charta, ma un documento molto più misterioso. Il testo è rappresentato da una serie di versi. Entrambi partono per una vera e propria caccia al tesoro per scoprire il segreto che nasconde, giungono in Spagna per poi raggiungere Roma, dove scoprono la Pergamena del Potere che li condurrà in quella che era stata la famosa Alessandria d’Egitto. Ma in questo viaggio non saranno soli. A seguirli, nell’ombra, sarà Helena, una bella donna, avvolta nel mistero e nel desiderio di vendetta. Il romanzo della giovane autrice Federica Loreti ci accompagna in un viaggio che nasconde segreti, sentimenti e tradimenti, in un vortice di eventi che porterà il lettore a scoprire un mondo nuovo e sconosciuto. Tra scrittori come Virginia Wolf e Arthur Conan Doyle e personaggi misteriosi come Astur e Astafel, Federica crea un mondo affascinate e pericoloso. Siete pronti a scoprirlo?