Ora non ci sei

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Eri alla finestra,
nessuno ti avrebbe creduta.
Nessuno lo avrebbe visto mai,
quell’occhio nero.
Siamo sempre troppo distanti,
oggi più che mai.
Impegnati a guardarci dentro.
No, nessuno lo avrebbe mai saluto,
del contagio.
Quante volte si muore lentamente,
senza numeri, né riflettori.
Ora non ci sei,
affacciata a quella finestra.
Chissà cosa ti è successo.
In questo silenzio,
anche le urla fanno meno rumore.

La mia seconda festa papà

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Oggi è la festa del papà.
E per me è la seconda volta.
Oggi ci sei tu.
E stringerti è ancora un’emozione che non so definire.
Un giorno saprai che le parole non mi sono mai mancate,
ma che nei momenti più importanti,
inspiegabilmente,
non riesco trovare quelle giuste.
La verità è che con te è festa tutti giorni.
Che io e la mamma non potremmo più fare a meno di te.
Che crescerti è qualcosa che ci riempie di orgoglio e felicità.
Ho perso la metrica,
ma non importa.
Le parole han bisogno dei loro spazi.
Dei loro luoghi.
E, soprattutto, dei loro tempi.
Oggi è la festa del papà.
E ho atteso per una vita intera di esserlo.
Di rendere felice te e la mamma.
Sicuramente non ci riuscirò sempre,
ma ci proverò.
Forse imparerò a trovare le parole giuste,
ma puoi star certa che resterò in silenzio
quando, per la prima volta,
mi chiamerai papà.
Forse tratteró una lacrima.
Avrò gli occhi lucidi.
E fingeró un colpo di tosse per non mostrare il nodo in gola.
Ma so che lo capirai lo stesso.
Che ti voglio bene.

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Text by Daniele Mosca

Con i Lego

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Con i Lego potevi costruirci un sogno, distruggerlo e ricostruirlo da zero. E tutto questo non lasciava alcuna traccia. Poi i tempi cambiano e le schegge iniziano a lasciare segni tangibili sulla pelle. Tutto diventa più veloce. E tante cose si allontanano. Anche le parole perdono il loro significato. Guardarsi allo specchio, mentre cercano di trasformarci. Si smette di giocare con i Lego. Io ora ho in mano una penna. Con lei, nonostante tutte le mie ferite e i miei errori, sento di poter ancora costruire un sogno, distruggerlo. E ricostruirlo da zero.

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Sedici mesi

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Oggi compi sedici mesi. Un tempo scandito da cose che cambiano impercettibilmente, ma che segnano un confine profondo. Quell’incredulità che ci trascina in mare aperto, per imparare ogni volta a nuotare per ritornare a riva. Quella consapevolezza che nulla sarà mai come prima, che sei e sarai sempre la cosa più importante. Più di noi stessi. Niente ha più valore di quando mi prendi il dito per portarmi dove desideri. Ed è così che sarà anche domani. Perché per te, noi, ci saremo sempre.