Onde

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri, Poesie

Si rompono i muri di vetro, le torri di argento. Le nuvole di pianto, costruite sul cemento. L’aria si tinge di inferno, quando ogni raggio di sole, si veste di inverno. Ma siamo a largo, in un mare in tempesta. E i muri di vetro non si infrangono, poiché fatti di silenzio. E io non so parlare.

La camera oscura

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri, Poesie

Ogni gesto, parola, sorriso è un linguaggio. Ma le ferite restano, anche di fronte a una frase scritta nel modo migliore. Restano tra le righe di una canzone, le pagine di un romanzo. Le scritte sui muri. La camera oscura, in cui sviluppare i ricordi. Un mondo, le sue sfumature. Ogni gesto, parola, silenzio, raccontano qualcosa. Ma dimenticare le proprie ferite sarebbe come perdersi. E cancellare la propria, di storia.

Oltre lo specchio 

Pubblicato il Pubblicato in Narrativa, Pensieri, Poesie

E tu, raccontamelo. Quando le labbra si mordono, a un passo da una stazione. Le luci, calano. E non hai voglia di mangiare. Quando tremano gli occhi. E senti i giorni correre. Veloci. Troppo, veloci. Tremano le pareti, il soffitto, un lampadario. Appesi alle speranze tradite dal tempo. E tu, scrivilo. Che la disillusione è una malattia. Che la cura, é guardare oltre lo specchio. Le vetrate, a celare un treno che parte. E le labbra, che si mordono.

Il barattolo di vernice

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri, Poesie

Io, la mia immagine riflessa sul bordo del pianoforte. Tu, la luce che taglia l’aria della stanza.

La polvere, colta in fragrante.

C’è un nome scritto su un foglio, abbandonato sul tavolo. E un barattolo di vernice.

Le parole sussurrate, fino ai confini della stanza.

E una porta, a racchiudere un mondo.

C’è il tempo, scandito da un orologio invisibile.

Lo spazio, nella disordinata simmetria.

Io, che cerco di capire il senso di una parola.

Tu, che lo conosci. E puoi darle un nome.

Da un romanzo che non esiste

Pubblicato il Pubblicato in Narrativa, Pensieri, Poesie

Lei chiuse gli occhi. Lui, non aveva più paura. Le scritte sul muro raccontavano un’altra storia. Il cielo restava in silenzio. Le parole, sospese a un filo invisibile. Lei sfiorò la sua mano. La musica era troppo forte e non riusciva a sentirlo. E così, svanirono. Il filo si spezzò. E lei riaprí gli occhi. E lui non c’era più. Guardò il muro e di sfuggita riuscì a leggere quell’unica parola, scrostata dal tempo. Si alzò , incamminandosi verso il mare. Mentre iniziava a piovere. Una parola, una soltanto. Domani.
Da un romanzo che non esiste.

Sto perdendo sangue 

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri, Poesie

Il cursore lampeggia. Ma la pagina è ancora bianca. Sto perdendo sangue. Costruire un mondo, farne le spese. Questo è un romanzo, non una realtà qualsiasi. E mi porto le mani sugli occhi, perché non posso non vedere, che il tempo scorre. Che la sabbia scivola, sulle pareti lisce di una clessidra. Mi guardo allo specchio. C’è un volto che è cambiato, lo stesso sguardo, che sogna meno di un tempo. Scrivere è una lama, non può non lasciare segni. Solchi sul viso, rumori oltre lo stomaco. Il cursore lampeggia, ma le pagine bianche non mi hanno mai fatto paura. Sto perdendo sangue, ma è inchiostro.

​L’uomo che si fa chiamare uomo.

Pubblicato il Pubblicato in Pensieri, Poesie

L’uomo che si fa chiamare uomo.

Costruisce prigioni, senza sbarre.

Toglie la vita dagli occhi,

confinandoli nei lividi.

Coglie nel segno, sin sotto la pelle.

Perché la ferita è il gioco sottile.

L’uomo che si fa chiamare uomo.

È l’abile attore,  che sa fingersi vittima.

È il vile carnefice dalla lacrima facile.

La sinfonia venuta male.

La mano pesante, su una scusa leggera.

Ma tu non spegnerli i tuoi occhi.

L’uomo che si fa chiamare uomo

Dentro di loro leggerà di non esserlo.

Come un pianista

Pubblicato il Pubblicato in Attualità, Pensieri, Poesie

Come un pianista, disegnerei traiettorie in bilico tra cielo e terra, tra il senso e la guerra. Ma le mie dita non riescono a sfiorare i tasti, su questi tempi imperfetti. Un proiettile, non è una parola. E una parola, non è sempre la storia. Il sangue non può avere colore diverso, quando il sipario si chiude. Restano gli applausi, o un assordante silenzio.

Dignità

Pubblicato il Pubblicato in Attualità, Pensieri, Poesie

​In viaggio, con poche certezze tra le mani. Quel che resta della dignità. Una fetta di speranza, da usare con prudenza e solo nei casi di estrema necessità. Il mare sa essere crudele, mai quanto gli uomini. Lungo la strada si perde tutto. E si fa in fretta a cambiare. Vorrei non dimenticare gli occhi che avevo, perché oltre il deserto c’è qualcosa di più grande. Qualcuno prega, qualcuno piega in silenzio un foglio di carta, come per cancellare per un attimo la propria identità. Ma la vita è più forte, a volte più del mare. Sa essere feroce, anche nella sua ingiustizia. Chissà se un giorno questo viaggio finirà e potrò di nuovo incontrare i miei occhi, persi. Se potrò ancora guardarli. E restituire loro quel che resta della dignità.