Categoria: Poesie
Deserto Luna Park
C’è un tempo in cui tutto si ferma.
Come una giostra che all’improvviso smette di giocare.
Senti.
C’è odore di bruciato.
E ci hanno dimenticati.
Il mondo gira sempre più veloce.
E i sogni sono gettoni.
Le luci del luna park, risplendono ancora.
Ma, ascolta.
Tutto è silenzioso.
E se fai attenzione, puoi sentirlo.
Il rumore di chi conta quei gettoni.
Scucito
Scucito,
Il bordo del vestito.
Perché nudi, qui.
Non siamo che niente.
Una croce, una stella.
Un simbolo di pace,
al contrario.
Resta la pelle,
aggrenzita.
Il segno marcio,
delle notti insonni.
Cosa può coprirmi davvero,
se non la vergogna.
L’odore dell’aria,
viziata. Della vita.
Dell’urina.
Nessuno specchio,
saprà chi sono.
Nessuno di loro,
otterrà perdono.
In dono, la mia anima
E questo vestito,
scucito.
Identità
Identità rubata.
Dignità, disegnata appena.
Una donna che corre.
Un uomo che insegue.
La supremazia,
dell’ipocrisia.
É sola.
Ruba qualche istante.
Mentre dentro, tutto cambia.
Il domani non sarà lo stesso.
Qualcuno confesserá.
La paura resterà al suo posto.
Un luogo che non finirà.
All’alba si specchierá,
su un vetro.
Il racconto di chi non sarà, mai.
Il volto della sua identità,
ormai, rubata.
Il fascino delle stazioni
Le stazioni hanno un loro fascino, perso in quella solitudine.
Che solo una notte così fredda può mostrare.
Nelle sue luci, a parlare con treni lontani.
E una voce che ripete le stesse cose.
E non importa quanto aspetterai.
Avrai ancora voglia di ascoltare quel sapore.
Che sa di vite rimaste in attesa,
come in una sala d’aspetto deserta.
Di panini mangiati al volo.
E tutto quel fascino, svanirá.
Perché la solitudine non è nulla,
se non solo un punto di vista.
Brace.
Fumo nero, oltre gli occhi.
La vita, il suo contrario.
Monete.
Giochi di un potere,
Invadente.
Giochi, con la vita.
Tace.
La morale comune.
La via d’uscita.
Il silenzio,
comprato al peso dell’oro.
Loro,
volti, giustificazioni.
Il mondo va avanti.
E alcuni si fermano.
Le fiamme alimentano.
Le fiamme, mentono.
Tace,
la dinastia delle cose.
La prosa delle scuse.
Il compromesso,
e la pace. Negata.
Io mi fermo qui
A quest’ora è più facile
É notte.
E le parole vengono meglio.
Come un piatto cucinato ad arte.
Solo che non ho fame.
Sento i brividi.
Sarà la febbre.
Sarà l’inverno in arrivo.
Giro la pagina,
ma è ancora bianca.
Presto arriverà.
La neve, dico.
Coprirà tutto.
Anche l’unico sentiero.
Che portava lassù.
Ma a quest’ora è più facile,
pensarci.
É notte.
E non riuscirei a vederlo
Mondi, paralleli
Promemoria.
Della memoria che manca.
Luce soffusa.
Parole troppo calde.
E innescare un discorso,
ma è tardi.
E forse ho paura.
Un biglietto del treno.
L’odore del treno.
Ogni cosa evoca,
senza ricordare.
L’ora d’aria.
Fuori dai confini,
disegnati da un bambino.
Un rumore lento.
Binari.
Scambi.
Volti.
Luoghi improvvisati,