Proprio come le maree

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La luna influenza il mare. Basterebbe questo per guardarla con un certo rispetto, ma in fondo non credo che sia questo che desidera. Lei è poesia, sogno, ma anche malinconia. É quel velo di mistero, perché sappiamo che nasconde qualcosa. Ma non possiamo non continuare a credere in lei, che possa ascoltarci quando abbiamo paura e tutto sembra più difficile. Che sappia capirci, come un’amica paziente, pronta a sbronzarsi con noi fino all’alba, quando tutto sembra più chiaro. Anche dentro di noi. Ma non è sempre positiva, la sua influenza. Spesso sa rivelare il nostro lato più oscuro, che, come lei, tutti abbiamo. Ma per chi ama il mare è normale, subirne il fascino. Lasciarci andare e seguirla, per poi tornare indietro. Proprio come le maree.

Perdere l’equilibrio

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Un filo che corre da lato a lato, attorno spalti pieno, dentro a un contenitore colorato. E io che metto un piede davanti all’altro, in bilico. Le risate e i sospiri mi deconcentrano. Ma devo proseguire, perché non vi è alcuna rete a difendermi dagli errori. L’equilibrio è qualcosa di relativo, quando anche solo un respiro può fartelo perdere. Perché io bisogno di aria. E i miei silenzi non dureranno abbastanza. Quando arriva il momento della tua esibizione, tutto si ferma, ma non il cuore, lui impazzisce. Sono a metà del filo, il mio peso mi spinge più in basso. E ora tocca risalire. Un altro passo. Una goccia di sudore sta per scivolare giù dalla fronte. Basta così poco per perdere l’equilibrio.

Il giorno zero

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Il giorno zero è quel momento in cui tutto ritorna al punto di partenza. Quell’attimo in cui la tua mente torna in quell’esatto punto in cui tutto è cambiato. La vita è formata da una serie di eventi, casualità, scelte, ma uno di questi fattori determina la chiave di svolta ed è quella a cui pensiamo quando vogliamo fare il punto della situazione. Ma facciamo un passo indietro. In genere si riparte da zero dopo grandi delusioni o periodi difficili, a seguito del quale si ha bisogno di resettare tutto e provare a rimettere tutto in discussione. Da quel momento in poi è come trovarsi davanti a uno scambio, lasciare per sempre i binari per intraprendere un nuovo tragitto. Eccolo, il giorno zero. Quello sarà il momento a cui tornerà la mente per ripercorrere gli ultimi avvenimenti o quando questa nuova strada porta in un vicolo cieco e abbiamo bisogno di tornare indietro per capire dove abbiamo sbagliato. Sembra un percorso difficile eppure è quello che facciamo tutti i santi giorni e su diverse cose. Il nostro è un cervello complesso, difficilmente siamo in grado di capire le sue strategie, quello che possiamo fare e cercare di capire gli eventi che in qualche modo ci cambiano e che non potremo mai davvero tornare al momento prima in cui siamo cambiati. Per quanto ci si possa sforzare quel fenomeno è inevitabile. Cambiamo ogni giorno. Ogni momento può essere ed è il giorno zero. Ogni momento può essere ed è quello giusto per ripartire.

Senso di colpa

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Con il senso di colpa, si convive. Ed è normale, perché di errori, diciamolo, ne abbiamo fatti proprio tutti. Quello che tante volte sopportiamo è il cambiamento in funzione dei nostri di sensi di colpa per la mancanza di coraggio di “perdonare” se stessi per quegli errori. Quante volte siamo più cinici con noi stessi, piuttosto che con gli altri, troppe, forse. Quello che dimentichiamo è che i sensi di colpa non sono semplici soprammobili messi lì a prendere polvere, ma oggetti animati che agiscono dentro di noi, appunto, cambiandoci. Tante volte mettono in piena luce le nostre paure, relegando a comprimarie altre caratteristiche, come la voglia di rischiare, di mettersi in discussione. Certo, anche accettando gli errori fatti, non svaniscono mai del tutto, ma si crea una forma di convivenza e chissà che dai sensi di colpa e dagli errori non si possa imparare ad essere meglio di ciò che siamo stati.

Campana

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Si disegnavano sull’asfalto dei quadrati e dei numeri con il gesso e quello diventava il gioco perfetto. Il luogo in cui trascorrere ore e ore con altri compagni di gioco. Chissà se quel mondo esiste ancora, adesso che tutto è digitale, rinchiuso nei monitor. Nascosto in scatole segrete che chiamano server. Chissà se noi siamo ancora gli stessi, nonostante gli anni. Ora che sono i numeri a giocare con noi.

Solchi

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Trascina via gli occhi.
Questo non è un posto sicuro.
Solchi inevitabili,
Scritte sporche sul muro.
Siamo insospettabili,
perché abbiamo paura.
Porta via le cose inutili,
i vestiti non coprono l’anima.
Taglia i ponti.
Distruggi le lettere.
Cancella i ricordi.
Resterà poco, forse.
Eppure sei soltanto quello.

Passione violata

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Niente brucia più di una passione violata. Siamo quello che vorremmo essere. Lo spettro delle immagini proiettate in un futuro che somiglia ai nostri sogni. Ma la vita è più pratica. Un congegno a orologeria pronto a stupire o a deludere, forse dipende dal tempo. O dalla luna. Cambiamo, perché è inevitabile. Instabile è la determinazione nel mantenere una rotta in mare aperto. Un vento che trascina via ogni cosa, la vita. Ma quella ferita resta lì, nessuna cicatrice la potrà mai coprire. E niente potrà mai bruciare di più della passione, violata, dimenticata, sporcata. Delusa.

La donna, il suo nome

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La donna, il suo nome.
La risposta improvvisa.
Il viso immerso tra le mani.
Una proposta, avvolta tra i pensieri.
Chi eri, se non la speranza.
La stanza chiusa, con i giochi di un tempo.
Il lampo illumina un dipinto.
Forse una foto.
Un giorno ti saresti rivista in quelle sfumature.
Ma oggi non puoi ancora.
Il tempo scorre veloce.
Un treno tra le risaie.
Le risate smorzate,
Al sopraggiungere di un temporale.
Resta a dormire.
È ancora presto, per sognare.

Il mistero del Monte dei Cappuccini a Torino

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Chi è stato a #Torino ha sicuramente notato il Monte dei Cappuccini. Si tratta di quella graziosa collinetta con in vetta la chiesa barocca di Santa Maria al Monte, affidato ai frati Cappuccini, da cui si deve il nome. Lo si può vedere anche da Piazza Vittorio, sulla destra rispetto alla Chiesa della Gran Madre. Proprio nel ventre di questa collina si celavano i laboratori di Paleoclimatologia dell’istituto dello Spazio Interplanetario, poi passati sotto Cnr e in seguito all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Qui venivano svolti studi riguardanti frammenti di informazioni provenienti dallo spazio. Alcuni di quei locali sono stati utilizzati come bunker antiatomici. In Italia esistono diverse stazioni che monitorano le informazioni provenienti dallo spazio, una si trova nei laboratori del Gran Sasso, con lo scopo di ottenere informazioni sulle origini della terra, sulla relazione con il Sole e in particolar modo sul Big Bang. Questo è un tema che mi ha affascinato sin da subito e fa parte sia de #LaMacchinadelSilenzio che de #lequazione. I miei studi sono ancora in corso e chissà che nel prossimo capitolo non possano emergere ulteriori curiosità. Io credo di sí.

Salone del Libro di Torino – primo giorno

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Andare al Salone del Libro per me é sempre stato emozionante. E non solo per i libri che ho scritto, ma perché l’ho visto nascere. Era il tempo dei grandi saloni, quello dell’Automobile, della Musica. Il Salone del Libro è sopravvissuto alle crisi economiche e culturali. É ancora qui. E questa resilienza non può che emozionare. Nonostante tutto.