Niente, se non quei due occhi

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Ci si poteva perdere, dentro quei due occhi. Con quel senso di vertigine che soltanto chi è in bilico tra cielo e terra può provare. Quel profumo che poteva fargli compiere quel passo in più. Quello che sarebbe stato sufficiente a farlo cadere nel vuoto. In quel momento però, non aveva paura. Niente se non un soffio di vento, un sospiro di troppo, poteva rompere il suo equilibrio. Niente, se non quei due occhi.

Credo che ogni donna

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Credo che ogni donna conosca un luogo dove tutto è perfetto, nella giusta collocazione, nello spazio e nel tempo. Dove cielo e mare si incontrano, come labbra in attesa di un bacio, nuvole in fuga su una distesa di azzurro. Navi che partono, sapendo che non potranno tornare. Perché la vita è una strada che va sempre avanti, oltre le distese di alberi, di campi appena arati, di notti trascorse a cercare un bagliore fuori dalla finestra. Credo che ogni donna conosca bene ogni ricordo, ogni istante della sua vita. Il presente e il passato. Perché, in fondo, il ricordo non può che essere il luogo più imperfetto, nello spazio e oltre il tempo. Su cui creare una nuova storia, renderla perfetta. E chiamarla futuro.

A chi vende illusioni

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Se avessi davvero scelto di scrivere, sarebbe tutto un altro discorso. Ma così non è mai stato. Era una necessità. Per questo non credo ai dispensatori di parole saccenti, a chi ha bisogno di una targa sulla porta, a chi sogna i soldi, più dell’adrenalina. A chi vende illusioni.  L’inchiostro non è un gioco, tanto meno un passatempo. E chi scrive solo dei colori più accesi e puri, semplicemente mente.

Tre gradini

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Tre gradini. Erano quelli che dovevo salire per raggiungere il primo palco. Tre interminabili gradini. Poi bisognava guardare in faccia le persone sedute in platea. Secondi che potevano raccontare una vita intera. Le prime note della base e un’esplosione di adrenalina, pochi istanti prima di dover cantare il primo verso. Quell’incertezza nel chiedersi ne sarò capace? Sbaglierò? Mi ricorderò tutto? Quello che non sapevo è che stava nascendo la voglia di raccontare la mia vita su quelle note e che non era una questione di ricordare o meno, ma si coraggio. Perché quando ti racconti, ti giudicano. Ti scrutano. E inevitabilmente qualcuno si sentirà in diritto di dirti come va la vita. Ma in quel momento sei già oltre. Da quei tre gradini non si può più tornare indietro.

Importa

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A chi vuoi che importi dei nostri pensieri, al passante che distrattamente cerca di rincorrere il suo treno, all’uomo che sta lavorando per coprire una buca nell’asfalto, alla donna che cerca il suo passato nella vetrina di un negozio, ai venditori di fumo pronti a trasformare il fumo in altro fumo. Importa a noi, alla necessità che abbiamo di guardarci oltre lo specchio.

Il dilemma

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Il dilemma di crederci, perderci e concederci. Un sussulto malcelato tra le pieghe di un pentagramma senza note. La nudità di una luna che lo sa di essere sensuale, per questo si nasconde. Avessimo il coraggio di crederci, la fiducia di perderci e l’onestà di concederci, potremmo iniziare a disegnare un semplice pallino tra una riga e un’altra, forse per molti non sarebbe che uno stupido scarabocchio, ma per qualcuno sarebbe l’inizio di una musica. Allora sí che sapremmo dove andare. E la luna, avrebbe anche lei il coraggio di mostrarsi.

Colpire

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Colpire. Una parola strana, vuol dire tante cose. Puó parlare d’amore, ma anche di violenza. L’unica cosa che non può fare e parlare di entrambe le cose contemporaneamente.

Masini su Radio Deejay. Perfetto, ma…

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Marco Masini su Radio Deejay. Perfetto, vien da dire. Poi vado ad ascoltare l’intervista di Linus e mi cadono le braccia. Sento Masini quasi chiedere scusa per gli errori fatti nel passato e Linus incalzare chiedendo come mai sia rimasto così tanto lontano dalla musica. Rincara la dose Savino parlando di un cantante ormai degli anni novanta. Ora, l’ignoranza la capirei, ma non questa forma di subdola ipocrisia. Mai fatto segreto di aver supportato Masini nei momenti più bui della carriera, dove solo Radio Italia passava le sue canzoni, ma in quella fase a farlo fuori sono stati proprio personaggi che facevano capo alle principali radio italiane, DeeJay compresa. So per certo che ogni singolo veniva oscurato, senza se e senza ma. Quindi, caro Linus, mettiamola nel verso giusto, cosa che tu non puoi fare, questo improvviso interesse dipende mica dall’etichetta discografica che ti ha obbligato a fare cento passi indietro? Più che parlare di errori ci vorrebbe un po’ di rispetto anche per la musica italiana e non solo per le tante porcherie pseudo internazionali (o i vari successi dei figli di) che nel tempo sono andate in radio. Fine del comunicato.

#deejaychiamaetichetta o marchetta

Una nuova storia

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Le mani strette sul volante, mentre le ultime luci del giorno si addormentano. Ogni cosa cambia il suo aspetto, quando a bussare é la notte. Accelerare un po’, come a lasciare indietro i pensieri. C’è vento stasera. E sembra volermi raccontare una nuova storia.