Incipit Offresi

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Devo ammettere che passare il turno di Incipit é stato emozionante, forse perché era del tutto inaspettato. Credo molto nel progetto presentato e sono molto contento di poterne riparlare anche al Circolo dei Lettori. Sicuramente la narrativa é una parte di me, così come lo é il thriller. Per me creare un romanzo di questo tipo é un’esperienza importante. Vi lascio con un’immagine tratta proprio da incipit.

In semifinale a Incipit Offresi

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​Ancora non me ne sto rendendo conto, ma fonti ben informate affermano che sarò in semifinale  a Incipit Offresi Torinese al Circolo dei lettori

Biblioteca Civica Multimediale di Settimo Torinese

#incipit

Grazie a chi ha reso possibile tutto questo. Agli organizzatori. A chi ha votato positivamente, ma soprattutto a chi come me crede nel sogno della scrittura e crede in me.

Parliamo del romanzo “La dodicesima notte” di Teresa Antonacci

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ladodicesimastanza“La dodicesima notte” di Teresa Antonacci è un romanzo delicato, racconta la storia di Alina, una ragazza che viene discriminata per la sua intelligenza. Reagisce a modo suo a un mondo che sembra andare troppo lento per lei. Si innamora così di un uomo che sa capirla: Nicola. Un uomo però molto più grande di lei. Emerge così la cattiveria del paese, gli sguardi ostili, che non fanno che peggiorare l’emarginazione di Alina, fino a costringerla a fuggire con la sua madre. Il mondo sembra crollarle addosso, poi qualcosa cambia e per Alina si riapre la possibilità di tornare a sentirsi davvero se stessa. Già, perché è proprio questo uno dei nodi più importanti del romanzo: accettarsi. Spesso l’omologazione spinge alle corde chi in qualche modo è diverso, seppur inconsapevolmente. Nessuno infatti riesce a diagnosticare il vero “male” di Alina: la sindrome di Asperger. Una forma di autismo, o meglio che fa parte dell’ampio spettro dell’autismo. Teresa racconta questo mondo in punta di piedi, mettendo il primo piano Alina come donna e mai come “paziente”. Sono ben narrati i modi di pensare del paese e della città, i diversi modi di vivere, mantenendo un punto di vista neutrale. Senza giudizi. Alina vivrà il più grande degli amori possibili. Diventare mamma. E proprio questa nuova esperienza la renderà nuova. Pronta ad affrontare un’altra grande sfida. Capire se stessa. Un romanzo che taglia come un bisturi. Senza fare rumore. I segni di questo racconto sono però destinati a rimanere a lungo.

Parliamo del romanzo “La coperta corta” di Ismaela Evangelista

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wp-1475097743411.jpg​La coperta corta é un romanzo forte. Le immagini raccontate entrano nelle viscere. Scavano dentro, evocando il peggiore scenario che la mente possa immaginare. La violenza su un bambino. La protagonista é ormai donna, ma una parte di lei é morta molti anni prima. É sociopatica, sa mentire in modo magistrale e il suo mestiere le permette di nascondere la sua vera indole. É un’infermiera che si occupa di degenti anziani e con diversi problemi, spesso alla fine della propria vita. Proprio il lavoro le fa incontrare un ragazzo che in qualche modo smuove il suo stato di apatia, é il figlio di un degente. Proprio lui le chiederà di assistere il padre a casa, un amorevole vecchino che un giorno la chiama “principessa Grace”. Proprio come la chiamava l’uomo che anni prima aveva abusato di lei. É un incubo che per lei ritorna. Ma é anche l’occasione che sognava. La vendetta. La coperta corta racconta un dramma visto dall’interno, il materializzarsi di un male che non vuole lasciare andare. Una piovra i cui tentacoli non le permettono di vivere e provare emozioni. Rabbia, sconforto, emozioni e colpi di scena si susseguono senza sosta fino all’ultima pagina.

Parliamo del romanzo “L’ultimo tango” di Michele Scaranello

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Un ritratto struggente di un uomo che nasconde il suo male alla sua famiglia, che sta per perdere tutto per tentare di curarsi. La moglie lontana e ignara, una figlia morta anni prima a causa dello stesso male che alberga in lui e altri due figli a cui vorrebbe poter lasciare un futuro. Ma tutto diventa difficile e sarà un ballo a fargli rivedere uno spiraglio. Un tango, forse l’ultimo, con l’infermiera che lo ha aiutato a lenire i postumi delle chemio che di nascosto va a fare a Milano. La fine imminente gli farà riscoprire la Bari della sua infanzia, l’amore per la sua famiglia e per se stesso. La forza di non volersi arrendere. La voglia di ballare ancora un’altra volta con Nina. L’ultimo tango é un flusso di pensieri e immagini, di sentimenti e rabbia, di rinascita e impotenza, ma é la forza quella che emerge. La forza della vita aggrappata a ogni parola, speranza. Sogno. Michele Scaranello disegna con maestria una storia che emoziona, provoca il magone, ma che esorta a combattere. Nonostante tutto. Contro ogni avversità, anche quella che appare insormontabile. Un bel libro.

Cos’é un thriller. Prima puntata: Jo Nesbo

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​É difficile raccontare cos’è un thriller. Per farlo bisogna descrivere quelle storie che in qualche modo rappresentano delle pietre miliari della narrativa moderna. Per questa nuova rubrica inizierei con il parlare dei romanzi di Jo Nesbo e in particolar modo della serie che ha come protagonista Harry Hole. Un protagonista sporco, che ha dentro di sé il male e il bene. Le trame sono complesse, spesso costruite per chiudersi in romanzi successivi. I personaggi sono molti e hanno radici stratificate, proprio perché necessari al narratore per scavare e confondere per arrivare alla soluzione della storia e alla crescita del protagonista. In questo caso si tratta di polizieschi, quindi ci si trova davanti a indagini che tante volte sembrano finire in punti morti. Appunto, sembra. Ma mai nulla é fine a se stesso. Per leggere questi romanzi serve attenzione e memoria, oltre a una buona dose di capacità di rimanere lucidi. Uno dei vizi di Harry Hole é l’alcol, un male che spesso lo mette fuorigioco, ma che, paradossalmente, tante volte lo salva. Sono storie non facili da leggere, non per tutti. E proprio per queste particolarità che hanno molto da insegnare a chi scrive e a chi legge, perché una buona architettura narrativa é alla base di un buon racconto che, per sua natura, può non piacere, ma che non può non attrarre sfruttando il lato oscuro di tutti noi. Ultimo concetto é il saper nascondere le carte, non dire, ma mostrare. Sarà il lettore a completare l’opera.