Intervista a Regina, autrice dell’album “Benvenuti nel mio regno”

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L’hip hop è davvero un genere difficile da fare per una donna, o qualcosa sta cambiando?

L’hip hop è un mondo maschile e maschilista e i pregiudizi sono ancora di più in un paese patriarcale come il nostro. L’importante è non sottostare a certe forme di ignoranza e cercare sempre di migliorare. Personalmente non giudico il lavoro dei miei colleghi maschi, ma preferisco sempre lavorare sodo sui miei progetti. Faccio tesoro delle critiche costruttive e sorrido contro le cattiverie a gratis : alla fine chi parla alle spalle, sempre dietro resta, no?

Nei tuoi pezzi tratti argomenti difficili come la politica e l’economia, un artista può, a suo modo, fare qualcosa per migliorare la situazione attuale, spesso decadente?

Hai usato il termine corretto “decadente”. Fin dall’inizio del 1900 si parla di decadenza, di incomunicabilità e gli artisti nel corso dell’ultimo secolo ne hanno parlato in tutte le forme artistiche ( es. Pirandello, Joyce, Kafka, l’espressionismo nelle arti visive, ecc..).

L’artista parla alle corde dell’anima; racconta il mondo con i colori più vivi e le parole più crude.
L’arte – in ogni sua forma – può divenire il mezzo di comunicazione più potente con cui far circolare argomenti “scomodi” , perché arriva diretta all’ “ES” del fruitore e niente può fermarne il messaggio.

Historia docet che anche se sottoposto a censura un messaggio artistico non viene fermato, ma anzi se ne esalta la potenza!

Vaticano Spa credo sia uno dei tuoi pezzi chiave, come ti poni come persona e come artista rispetto alla religione? Credi abbia ancora un senso un sistema come quello della Chiesa Cattolica? E cosa pensi delle altre religioni?

Non ho padroni né temporali, né spirituali. Non credo in nessuna religione: per me le professioni religiose non sono altro che un modo per comandare le masse ed incutere timore in esse con l’idea dell’ “indice divino che giudica”.
L’unica religione che seguo è il rispetto della vita di ogni essere vivente e l’unico dio che riconosco è il Pianeta Terra, contro cui bestemmiamo quotidianamente violentandolo in ogni modo.
Non rispetto la chiesa cattolica, né il vaticano.

Come potrei sentirmi rappresentata da un governo totalitarista che si è imposto con la violenza ed il terrore?

Non credo nell’esistenza di un “dio” e anche se – per qualche illogica ragione – esistesse non meriterebbe altro che il mio disprezzo per tutto quello che succede quotidianamente nel mondo e soprattutto per quello che permette che venga fatto in suo nome.

Sono solo cosciente di essere un semplice mammifero bipede, il cui gruppo di appartenenza lo obbliga a indossare una “maschera sociale”.

Vivo da forestiere della vita alla Pascal.. Una volta squarciato il cielo di carta non si può continuare a vivere sotto il teatrino degli orrori manovrati come marionette!!

Sono una fiera eretica; una strega contemporanea, forse l’ultima che non potranno bruciare e fino alla fine griderò contro la chiesa in difesa dei diritti umani.

Nei tuoi brani parli spesso della “laurea” poco utile nel mercato del lavoro. Secondo te questo fenomeno dipende dalla mutazione del mercato del lavoro o delle ambizioni dei giovani? E quanto è importante lo studio per essere competitivi nel campo della musica?

Non esistono più possibilità per noi giovani né qui né all’estero, almeno no per noi api operaie. L’unica possibilità di successo è dovuta o alla fortuna di un cognome importante o alle “marchette” che si possono fare nella vita. E’ una versione cinica della vita, lo ammetto, ma purtroppo vera. La vita è fatta di compromessi.. Personalmente il mio compromesso è stato di preferire guardarmi sempre nello specchio ed essere fiera di me stessa, delle mie scelte anche se hanno compromesso la mia carriera.
Non rinuncerei mai ad essere me stessa per una poltrona.

Non c’entra la mutazione del mercato, questo è la scusa con cui giustificano i vergognosi contratti  che ci obbligano a firmare per avere uno straccio di impiego sottopagato.

Allo stesso tempo, però, considero essenziale la Cultura.

Un libro può diventare l’arma letale contro l’ignoranza a cui vogliono farci adattare per controllarci.

Avere una Cultura è importante per avere una mente aperta; per sapere ascoltare e discutere e chiedersi i perché della vita; quei perché che ti rendono infelice, ma che sicuramente ti rendono libero!

Ritengo che per un artista sia fondamentale avere una discreta Cultura non solo per una corretta costruzione metrica dei testi ( es. il prediligere un’assonanza ad una rima bacia o saper far tesoro delle allitterazioni per dare ritmo al testo ), ma anche e soprattutto per affrontare i temi più svariati senza esitazioni.

Una donna per fare hip hop non deve rinunciare alla sua femminilità, questo è uno dei concetti a cui tu credo sia molto legata. Pensi che nel mondo dell’hip hop si faccia ancora troppo uso della “donna immagine” nei video, “usata e descritta come trofeo” dal rapper di turno? E il momento che la donna ne diventi protagonista ?

La donna è considerata un oggetto sessuale nella cultura occidentale ed il rap è stato influenzato da questo.
Personalmente lotto da sempre contro il concetto di bambola senza cervello e contro l’immagine stereotipata di una donna malata.

I modelli con cui bombardano le nuove generazioni sono la causa del diffondersi di malattie mortali quali bulimia e anoressia.

Sono una fiera taglia 46 a cui piace tanto mangiare. Quando mi guardo allo specchio vedo una donna di 30 anni formosa e sensuale e non mi scambierei per niente al mondo con quei modelli a cui vorrebbero farci adeguare.

E’ il momento che la donna diventi protagonista non del rap, ma della propria dignità di DONNA!

Cosa pensi dei modi di divertirsi delle nuove generazioni? Quando è diventato importante “sballarsi”?

Sballarsi è diventata una moda, un must! Se non prendi droghe sei out.

Se fai rap e non assumi cocaina e non ne parli nei testi sei uno sfigato.

Personalmente mi vergognerei a trattare certi argomenti nei testi: nel farsi del male non c’è niente di cui vantarsi!

Preferisco rimanere vecchia scuola, uscire con gli amici di sempre ( pochi ma buoni), bermi una birra e passare una “noiosa” fantastica serata!

Pensi che la realizzazione di canzoni “ad alto contenuto sociale” possa in qualche modo ostacolarti nel campo della musica?

Eccome! Il mondo vuole dare solo certi messaggi e quando una voce stona dal coro, la si toglie dal gruppo.

Io non canto su commissione, ma col cuore e con la testa e lo faccio per le persone.

Voglio dare al pubblico dei veri contenuti, emozioni forti e suscitare in esso dei punti di domande. Non voglio fornire le risposte: non devono credere in me, come in nessuno dei messaggio che ricevono già pronto, ma prendere i miei testi come degli spunti su cui fare le proprie ricerche e meditazioni.

Voglio essere il fiammifero con cui iniziare a farsi luce nelle tenebre, ma spetterà poi ad ogni singola persona decidere se farsi ancora luce o spegnerla.

Ringrazio l’artista Regina per la disponibilità e per averci presentato la sua musica.

Soltanto questo

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Un viaggio,

soltanto questo.

Nei tuoi occhi,

sfuggenti e sconosciuti,

crei e scomponi

come le note nate in fretta

Un salto,

tra deserto e irrealtà

tra confine e fantasia

Ancora un viaggio,

dove mutano le stagioni,

dove muoiono gli amori.

Le strade tacciono,

nell’apatia della sera,

nelle immagini sfocate.

Nella nudità dell’anima.

Perché c’è un senso,

tra le righe del pentagramma.

C’è una verità.

Che giace sommersa,

che piange solitaria.

Che si consola col vento.

Il mio inganno è sorridere,

il mio silenzio è il verso migliore.

Così raccolgo un po’ di me

E nuoto tra le acque di un sogno

Che hai i tuoi occhi,

il tuo sorriso.

Ed è un viaggio.

Soltanto questo.

…dai lunghi passi della notte.

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 Scintille,

memorie che si infrangono,

su scogli disegnati appena.

Certezze,

appannate dal tempo,

e dai passi lunghi della notte.

Ombre.

Che si accartocciano

nei dirupi immersi nella nebbia.

Il tempo scivola impietoso

nei bassifondi dei ricordi.

Colora di rosso gli stracci,

perché si intonino col sorriso.

Finto.

Costruito.

Cauto.

E nelle sere d’estate

Scivolano via pezzi,

parti essenziali di un sogno,

sparpagliati per terra

con le favole perse

e le illusioni svanite.

Terre aride,

che invocano pioggia.

Scintille,

memorie disperse

ma che non vogliono morire.

Come le nubi, il sole.

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Riflettore uno. Puntato.

“L’altro lato della luna è oscuro” urlò la donna.

“Perché mi dici questo?” rispose quello strano uomo.

“Perché sento che hai paura.”

Lo strano uomo abbassò lo sguardo e fece alcuni passi verso la finestra, aperta su un giardino meraviglioso. Poi alzò lo sguardo verso il cielo.

“La luna non c’è. Stanotte.”

“Sei tu che non riesci a vederla, ma se chiudo gli occhi. Puoi sentirla.”

Lo strano uomo non chiuse gli occhi. Si voltò verso la donna, la fissò per alcuni istanti. Senza dire niente e si avviò verso le scale. Abbandonò la stanza senza salutare la donna. Camminò per ore e ore, fino a sentire il dolore alle gambe.

Raggiunse la spiaggia e chiuse gli occhi con il respiro sempre più lento. Riaprì gli occhi e guardò ancora una volta il cielo.

“Ho paura” sussurrò.
Le onde si rincorrevano sullo strato di sabbia umida. E le nubi della sera nascondevano il grande sole rosso.

Si tolse le scarpe e passo dopo passo lasciò le sue orme. Un sentiero silenzioso, che presto le onde avrebbero nascosto,

come le nubi il sole.

Anna – L’ultima canzone

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Questa è la mia ultima canzone, differente dalle precedenti anche grazie alla collaborazione di Claudia Salvalaggio (è nata da un suo racconto e trasformata con il suo aiuto in una melodia e un testo adattato), di Fabrizio Tonus (che ha suonato la chitarra elettrica e fatto mix/master e tutte quelle cose strane necessarie per ottenere un buon audio) e a Rossella Penserini (che mi aiutato nell’adattamento del testo e facendo i cori).

Il tema è certamente difficile, ma importante. Non mi dilungo in presentazioni, ascoltala..e spero che vi piaccia!

Caccia al voto sinistroide

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E’ ufficialmente iniziato il pre-riscaldamento dei politici per le prossime elezioni. Tentativi di alleanze e improbabili unioni, così la politica circense si prepara al ritorno. Di Pietro, etichettato come “troppo populista”, e il Sel di Vendola che flerta con il Pd sono i temi più attuali, ma il sottobosco degno del peggior “calciomercato” è fitto e denso di spunti. Tante cose passano e dipendono dalla legge elettorale, che cerca e cercherà di dare più peso alle compagini più numerose che, teoricamente, consentono maggior stabilità di governo, almeno a livello teorico. Quello che sembra chiara e lampante è la paura del Movimento Cinque Stelle. Grillo attende e continua la sua opera di sensibilizzazione tramite il suo blog e i suoi banchetti, così come dovrebbe fare ogni partito, mentre i suoi contendenti sono già in giro per le varie televisioni a mostrare i sorrisi di parata e promesse (tagli delle tasse e benessere per tutti). Sembra un periodo di transizione. L’impressione è che siano tutti in attesa che tutto torni come prima, che ci sia ancora modo di “spartirsi la torta”, di fare alleanze parafulmine, ma dal’altra parte continua a soffiare un vento che per molti è fastidioso. Quello di rinnovamento. Si, perché il problema dei voti dell’Idv, Sel e Grillo passa attraverso un fattore comune: chi sono gli elettori di queste realtà sinistroidi? E bene, sono in tanti che vorrebbero davvero un’Italia diversa, una politica pulita. Purtroppo nel tempo questi voti spesso sono andati dispersi. Tanti elettori si sono ritrovati a dover cominciare tutto da capo perchè quello o l’altro partito altro non erano se non l’ennesima illusione. Ma ora il rischi è più grande, con il pericolo alle porte dell’astensionismo dilagante terrorizza e quei voti sinistroidi diventano fondamentali. Eppure la storia è cambiata, molti di noi sono cambiati e in tutto questo sono spariti partiti come Rifondazione Comunista, Verdi (che in Europa sono ancora fortissimi), per dar spazio a partiti banderuola, mutanti, adatti all’occasione. Forse sarebbe giusto chiarire che quei voti non sono comprabili, tantomeno illudibili. Certamente i potenziali elettori sinistroidi sono stanchi di promesse che hanno portato il sistema al collasso. Ora ci vorrebbero fatti concreti e voglia di tornare a lottare per idee, valori, spazi e lavoro, non solo come promessa elettorale. Per farlo bisogna tirarsi su le maniche (non solo nei manifesti elettorali). I politici che da decine di anni siedono in parlamento potranno mai farlo? Dubito. Ma se la legge elettorale, nuova o vecchia che sia, non permetterà a realtà nuove di entrare in parlamento e dire la propria, tutto resterà uguale, immutato e la protesta si sentirà, certo. Ma saranno sempre i soliti a farla e a portarla avanti. Quelli che non sono ancora contenti dei favori ricevuti dalle amministrazioni, dal governo, dai sindacati. E questa sarebbe ancora la prima repubblica, quella portata avanti da Casini con il suo scudo crociato che, guarda caso, rischia di essere l’ago della bilancia delle prossime elezioni, con buona pace dei voti sinistroidi.

Intervista a Rossella Rasulo, autrice del romanzo “Mi piace vederti felice”

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Rossella Rasulo, autrice del romanzo “Mi piace vederti felice”, edito da Mondadori, mi ha gentilmente concesso un’intervista, con la quale si racconta e ci parla del suo ultimo successo editoriale:

1. Cosa hai provato scrivendo questo libro?

Difficile raccontare tutte le emozioni che ho provato. Riassumendo potrei dire di essermi chiusa in una grande tristezza, specie nello scrivere le lettere della nonna di Aura. Ogni parola mi riportava al vissuto con i miei nonni che non ci sono più. Non è stato semplice. Ho pianto spesso.

2. Hai descritto i luoghi di “Mi piace vederti felice” con passione, intensità e trasporto. Sembra tu ne sia molto legata. E’ così?

Non sento un legame profondo con l’isola d’Elba, lo ammetto. In generale difficilmente mi lego ai luoghi, anche se appartengono alla mia infanzia o alla mia adolescenza. Tengo a costruire legami con i ricordi, con le persone, con le esperienze. L’unica città che riesce in qualche modo a insinuarsi sotto la mia pelle è Roma. Ma credo che sia una questione di DNA.

3. L’amicizia è un tema fondamentale nel tuo romanzo, quanto sono stati importanti i tuoi amici per continuare a credere nei tuoi sogni e per realizzarti, come donna e come scrittrice?

Per me l’amicizia è una delle cose più importanti della vita. A volte la sento più concreta dell’amore. Non che io non creda nell’amore (progetto di invecchiare con mio marito), ma l’amicizia, una profonda amicizia, resta sempre nonostante gli imprevisti della vita. L’amore non sempre sopravvive con la stessa tenacia alle stesse sfide.
I miei amici sono la mia memoria e le mie colonne portanti.
Ma quello che provo per loro lo si intuisce dalle parole che ho lasciato nei ringraziamenti.

4. Possiedi un diario segreto in cui racconti ciò che non diresti mai a nessuno?

No. Il mio diario per molti anni è stato il mio blog, ma era tutto tranne che segreto. Per un periodo ho tenuto degli appunti in codice sulla mia agenda, ma non è durato molto.
Adoro l’analisi e credo che sviscerare quello che non diremmo a nessuno sia un modo per conoscersi meglio. Ma per quello non ho bisogno di un diario segreto. Mi basta una chiacchierata con mio marito o con la mia migliore amica.

5. “La vita senza te non è vita. E’ solo l’attesa di incontrarti ancora”, è una delle tante frasi che mi sono rimaste impresse. Nel libro racconti una grande passione e tanti amori, hai mai avuto paura, o anche solo un dubbio, che l’amore che descrivi sui tuoi testi non esista davvero?

Il fatto è che non è possibile definire l’amore. È un concetto che raggruppa in sé miliardi di sfaccettature, di sentimenti che si intrecciano, di paure, di aspettative, di progetti, di complicità.
Quell’amore esiste, sicuramente. L’ho visto, ma non l’ho vissuto. Fortunatamente non mi è capitato di perdere la persona che amo. E spero di non doverlo scoprire mai.

6. Che analogia c’è tra i tuoi scatti fotografici e le immagini che crei scrivendo?

Adoro la fotografia. Non sono brava e non mi ci sono mai messa d’impegno, ma fotografare lo sento affine allo scrivere.
Si lasciano da parte le parole e si affida a delle immagini il nostro racconto.
Non so se ci sia un’analogia tra il mio modo di scrivere e il mio modo di fotografare, ma so che entrambe le cose per me sono in piena evoluzione.

7. L’amore rende folli, almeno a volte è così. Dove posizioneresti il confine tra amore e follia?

Il confine tra amore e follia è spesso impercettibile. È per amore che si fanno le cose più sciocche. È sempre per amore cheaccantoniamo la logica e la razionalità.
Spesso ho pensato che una vita senza grandi emozioni fosse più semplice e più pratica da gestire. Ma come si fa a rinunciare a quella morsa che non ti permette di pensare ad altro?

8. Sei certamente un’importante esponente della “scrittura sul web”, come dimostrano i tuoi importanti blog del passato e la tua predilezione per i “social cosi”, come li chiami tu, tanti sono quelli che hanno la presunzione di definirsi “scrittori”, tu cosa pensi riguardo a questa tendenza? Chi è lo scrittore, e chi il blogger?

Il fatto è che anche io, con due romanzi editi da Mondadori e un lavoro che si basa esclusivamente sulle parole, faccio fatica a definirmi scrittrice.
Non basta un blog, nemmeno se si producono le venti righe più belle del creato, per definirsi scrittore. Ma è un fenomeno strano. Anche chi non scrive e si limita a leggere pensa sempre di poter fare meglio di te.
Ma tra un romanzo e un post c’è un oceano di tecnica, di studio e di dedizione in mezzo. Tutti tendono a scordare questa cosa.

9. Tornando a “Mi piace vederti felice”, cosa c’è di te in Aura? Esiste una “tua” Paola?

Aura di me non ha niente se non qualche riflessione su quello che osserva intorno a sé. Questa volta, al contrario di quello che ho fatto con “Ti voglio vivere”, il mio primo romanzo, non ho saccheggiato le personalità dei miei amici.
La mia migliore amica non si sentirà derubata nel leggere di Paola. Almeno spero.

10. C’è qualcosa che secondo te accomuna Lorenzo e Daniele, due personaggi chiave del tuo romanzo?

A parte l’età direi niente. Sono due opposti.
Daniele rappresenta l’amore che si logora e che si trasforma in un’ossessione malata, mentre Lorenzo rappresenta in qualche modo la parte sana dell’amore, quella che tutti vorremmo sperimentare.
Li ho creati in questo modo proprio per cercare di riflettere sulle tante sfumature dell’amore.

Ringrazio Rossella per la sua gentilezza e disponibilità e per averci regalato questa istantanea su di lei e sul suo nuovo romanzo “Mi piace vederti felice”.

Se perdessi tutto questo

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Ho letto “Mi piace vederti felice” e ho intervistato l’autrice Rossella Rasulo, e ne sono molto felice. Prima di tutto perché il romanzo è molto bello e l’ho letto tutto d’un fiato. Mi è molto piaciuto il finale, semplice e che mi ha davvero emozionato. Stile avvolgente, semplice, diretto. Che volere di più da un libro? Le risposte che Rossella alle domande dell’intervista sono state un’ulteriore conferma del fatto che si tratti di un’autrice affascinante ed eccentrica al punto giusto, ma, cosa forse più importante, che vuole scrivere, che vive di scrittura e che si sente la sua stessa scrittura. Che è tutt’uno con le parole che scrive. In ogni sua parola si sente che ha creato i suoi personaggi, disegnato i loro discorsi, sentito le loro emozioni. Essere scrittori non credo sia una cosa facile, come lei stessa racconta bisogna studiare, lavorare e dare tutto se stessi. E’ un piacere quando qualcuno riesce a farlo con tanta semplicità, seppur credo che le sofferenze e le delusioni non possano essere descritte in un’intervista. In ogni caso penso che la protagonista del romanzo, Aura, non si possa dimenticare facilmente, perché in tutti noi c’è un Aura, in tutti noi c’è la voglia di credere negli amici, nei sentimenti e tutti abbiamo paura di perdere quel che abbiamo, che, in fondo, è parte di ciò che siamo. Non c’è sempre solo l’anima, ma anche il mondo che ci circonda, chi ci vuole bene. Che succederebbe se da un giorno all’altro perdessimo tutto questo? Beh, Rossella Rasulo lo ha raccontato in questo romanzo e ora posso anche dirlo, sono orgoglioso di averla intervistata, perché lei è una scrittrice vera.

Recensione romanzo “Mi piace vederti felice” di Rossella Rasulo

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Il romanzo “Mi piace vederti felice” è intenso, profondo e allo stesso tempo semplice e scorrevole. Permette al lettore non solo di immedesimarsi nella protagonista Aura, ma di vivere con lei il rapporto con i suoi tre compagni di viaggio e amici: Paola, Alessio e Lorenzo. Anche il lettore inizia pian piano a far parte del gruppo e vive in prima persona le scoperte della protagonista, di cui si innamora presto.

“Mi piace vederti felice” è un libro che riesce a far compagnia, come fosse un essere umano,  un amico e questo è possibile grazie all’abilità nella scrittura e alla tecnica dell’autrice Rossella Rasulo, che crea personaggi semplici e magistrali allo stesso tempo. La storia riesce a scavare nell’anima del lettore, mettendo in luce i suoi lati oscuri. Riesce a riportare a galla sentimenti che sembrano dimenticati sul fondo di un mare, che poi è la vita di tutti i giorni. E’ un viaggio, una vacanza, ma principalmente la scoperta di una nuova Aura, che, suo malgrado, rinasce, svelando a poco a poco una verità che la cambierà per sempre.  Il ritmo della narrazione è veloce, dinamico, ricco di sfumature che rendono il romanzo attraente. Il linguaggio dei personaggi è diretto, a tal punto da riuscire a materializzarli nella propria immaginazione, fino ad avere l’impressione di poter parlare con loro.

Non è mai facile descrivere i pensieri dei ragazzi, le loro complessità e le contraddizioni, ma Rossella Rasulo ci riesce e colpisce nel segno.

Aura accompagna il lettore nella sua trasformazione e a tratti sembra lo osservi per chiedergli consigli. Lo rende partecipe di un profondo stravolgimento della sua realtà e dei pensieri. Come ogni storia d’amore coinvolge e trascina via come un fiume in piena, ma “Mi piace vederti felice” non è solo una storia d’amore: è molto di più. Ci sono sentimenti forti, intrecci, a volte paura, una miscela di ingredienti che rendono questo romanzo bello e dinamico. Ed emoziona, e lo fa in modo violento, come se quei sentimenti e quei pensieri esplodessero in un solo istante. Rossella crea un temporale con lampi, tuoni e  pioggia come lacrime, o lacrime come pioggia, e con la stessa mano dipinge un arcobaleno. Una bella storia, un bel libro. Una bravissima autrice.

Recensione “Benvenuti nel mio regno” di Regina

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L’hip Hop al femminile è una missione difficile. R.e.g.i.n.a. propone una musicalità interessante e canzoni costruite per regalare contenuti. C’è infatti in molte canzoni uno scopo sociale e di denuncia, ma senza rabbia eccessiva. Lo si sente già dal primo pezzo “Ape operaia” che ha un testo amaro, che mette in risalto la desolazione di una società moderna, a volte allo sbando. “Tu di me non sai” è un pezzo orecchiabile che racconta la vita e la musica dell’autrice, mentre in “E’ guerra” si può guardare un’istantanea che mostra una gioventù persa, una musica che racconta un mondo sconosciuto, politica messa in piazza nei suoi luoghi e lati oscuri spiattellati senza timore. ”Vaticano Spa” è una canzone denuncia che viaggia su una bella base. Soldi e religione, un intrigo raccontato con parole crude. “Regina” parla di una femminilità messa al servizio della musica, in particolare dell’hip hop. Tra parole forti e volontà di riuscire, R.e.g.i.n.a. racconta la sua realtà. “E’ tutto passato” è un pezzo le cui parole raccontano di una vita tra studio e musica alla ricerca di un’identità. E dopo tanti pezzi tutto sommato duri, ecco una canzone d’amore: “Un giorno che nasce”. “Una vita di club e feste” è un ritratto psichedelico, un viaggio nell’ipocrisia del momento. ”Il Mondo ragiona con Caxxo” è invece un grido di indignazione per una  laurea che non serve e un sedere che porta più risultati nella società moderna. “La mosca” parla di un viaggio tra Martini e rapporti sociali disordinati, persi nella musica ad alto volume. L’idea di base dell’album è buona, bisogna ancora lavorare sulla musicalità, per diversificare di più i pezzi. Le basi sono costruite bene, quindi migliorando i ritornelli sarebbe già possibile fare un ulteriore passo in avanti. I contenuti ci sono e la voglia di andare avanti pure. Restiamo quindi in attesa dei prossimi lavori di questa rapper al femminile.