C’è bisogno di voi

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Dall’uscita de #lequazione in questa nuova veste sono successe tante cose e tante ne dovranno ancora accadere. E per quel che riguarda gli aspetti letterari è e sarà necessario l’appoggio e il sostegno di tutti voi. In una realtà difficile in cui si cerca di conquistare libreria per libreria non si può sempre e solo contare su se stessi. Gli editori scommettono su di te se funzioni, altrimenti è sempre pronta una proposta nuova. É il mercato. Ma non posso negare che in questi mesi io abbia scelto di rinunciare a gruppi social con capi e capetti, se non capó, con il solo scopo non di promuovere cultura, ma se stessi. Posso solo dire che credo nel progetto #lequazione e in tutti quelli che ci collaborano. Spero possa avere un seguito e questo dipende da me, dall’editore, ma sicuramente e fondamentalmente da voi, i lettori. Personalmente non credo alla pubblicazione a ogni costo, credo ai lettori e alla fiducia che affidano a un libro. Per questo non posso che ringraziare chi mi ha ha letto il romanzo e mi ha seguito fino a qui e chi sceglierà di farlo nei prossimi mesi che saranno decisivi per proseguire questa avventura.

#lequazione non é non sarà mai un progetto individuale. 

L’equazione

Ricostruire

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Con i Lego potevi costruirci un sogno, distruggerlo e ricostruirlo da zero. E tutto questo non lasciava alcuna traccia. Poi i tempi cambiano e le schegge iniziano a lasciare segni tangibili sulla pelle. Tutto diventa più veloce. E tante cose si allontanano. Anche le parole perdono il loro significato. Guardarsi allo specchio, mentre cercano di trasformarci. Si smette di giocare con i Lego. Io ora ho in mano una penna. Con lei, nonostante tutte le mie ferite e i miei errori, sento di poter ancora costruire un sogno, distruggerlo. E ricostruirlo da zero.

Risultati

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Io credo che di fronte a un risultato negativo si debba partire in primo luogo dall’autocritica, dall’analizzare le cose che hanno funzionato e quelle che non hanno funzionato. È un processo necessario per migliorare il sistema, individuando le criticità e provando a intervenire dove possibile. I principi ingegneristici però possono poco di fronte all’empatia e alle diverse componenti artistiche che sono parte integrante di un progetto, soprattutto quando l’obbiettivo è creare un filo diretto con i lettori e non con dei semplici clienti. Quando questo non accade, l’errore diventa imperdonabile. Senza se e senza ma. E in particolar modo chi propone il progetto è anche il principale responsabile del risultato negativo.

Dolcemente, malinconica

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Ho immaginato una luna così piena dal mostrare le sue vene, i pensieri e i battiti di un cuore di inchiostro, l’altro lato di un mostro dalle ali spezzate. Le note sbagliate, ai margini di una melodia primordiale. Avrei rubato il senso di ogni discorso per non cambiare la tonalità dei miei silenzi, ma avrei continuato a immaginarla così, la luna. Dolcemente malinconica, come solo lei sa essere.

Se avessi un figlio

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Se avessi un figlio, mi piacerebbe insegnargli che uomini e donne sono diversi. E che ognuno di loro, ogni uomo e ogni donna, é diverso. Tutto nasce da qui. E che si deve difendere questa diversità, perché è ciò che rende liberi. Perché la violenza può nascere anche dal niente, da una parola, uno sguardo, un divieto. Dalla discriminazione che si nasconde in modo subdolo nei muri artificiosi creati tra il presunto bene e il presunto male. Dal giudizio negativo di ciò che non conosciamo o che semplicemente non ci appartiene. Se avessi un figlio, mi piacerebbe insegnargli il rispetto.

Trovarmi

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Cercavo le parole come conchiglie sulla spiaggia, mentre il mare faceva troppo rumore. I passi sono sempre più difficili sulla sabbia, quando il vento sembra volerti fermare. Ma i pensieri sono più forti, ti spingono oltre. Il sole stava affondando nel rosso sangue. Più in lontananza la notte si faceva strada. Le navi salpavano verso chissà dove. E io continuavo a cercare le parole, ma furono loro a trovarmi.

Niente, se non quei due occhi

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Ci si poteva perdere, dentro quei due occhi. Con quel senso di vertigine che soltanto chi è in bilico tra cielo e terra può provare. Quel profumo che poteva fargli compiere quel passo in più. Quello che sarebbe stato sufficiente a farlo cadere nel vuoto. In quel momento però, non aveva paura. Niente se non un soffio di vento, un sospiro di troppo, poteva rompere il suo equilibrio. Niente, se non quei due occhi.

Credo che ogni donna

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Credo che ogni donna conosca un luogo dove tutto è perfetto, nella giusta collocazione, nello spazio e nel tempo. Dove cielo e mare si incontrano, come labbra in attesa di un bacio, nuvole in fuga su una distesa di azzurro. Navi che partono, sapendo che non potranno tornare. Perché la vita è una strada che va sempre avanti, oltre le distese di alberi, di campi appena arati, di notti trascorse a cercare un bagliore fuori dalla finestra. Credo che ogni donna conosca bene ogni ricordo, ogni istante della sua vita. Il presente e il passato. Perché, in fondo, il ricordo non può che essere il luogo più imperfetto, nello spazio e oltre il tempo. Su cui creare una nuova storia, renderla perfetta. E chiamarla futuro.