Come cenere
Alla chitarra acustica: Fabrizio Tonus
Alla chitarra acustica: Fabrizio Tonus
Grazie ai Lyr per la chitarra elettrica suonata in questo pezzo.
Le rivolte di questi giorni del popolo della Tunisia e dell’Egitto per la libertà sono lo specchio di un tempo che cambia. Il mondo forse sta davvero crescendo e la voglia di urlare è esplosa come all’improvviso. Anche il popolo dell’Iran ha provato a manifestare per la propria libertà, continuando a subire la tirannia di una dittatura troppo radicata per poter spesso essere soltanto vista. Le radici dell’odio sono sempre profonde e difficilmente sono spiegabili in poche parole, ma il senso delle cose è da ricercare nelle parole salvate da un libro che brucia. Così anche i popoli ai quali la parola è stata per tanto tempo negata ora voglio parlare; ed è giusto che lo facciano. Se la certezza di Bush era quella di esportare la democrazia con i proiettili, Obama riesce a parlare a queste persone, provocando un vero e proprio terremoto politico nelle dittature medio-orientali. Forse il Nobel per la Pace inizia davvero a essere guadagnato. Si sente un’aria nuova e le vecchie paure sembrano di incanto svanire. Nel cuore di ogni guerra c’è la voglia di vivere ed è quella che respirano gli immigrati che sbarcano a Lampedusa. Sono le stesse persone delle quali spesso abbiamo paura. Potremmo essere noi quegli occhi persi in mezzo al mare, potremmo essere noi a dover piangere per non morire. Coprirci con una coperta troppo corta come una bandiera potrebbe non avere un senso. Nasconderci dietro un patriottismo inesistente non ci salverà dal fare i conti con il mondo che cambia e nemmeno farci scudo dei nostri colori di sempre, il rosso, il verde e il nero. C’è una luce che vuole tornare a illuminare la nostra mente: si chiama cultura. Non annientiamola per rincorrere il sogno artefatto delle tette e dei culi che i tiranni mediatici vogliono ancora venderci accarezzandoci dolcemente. Un vecchio detto racconta: “quando il diavolo ti accarezza..vuole l’anima”.
Portò le mani sul viso. Pianse.
Nessuno riuscì a capirne il motivo.
Le gocce di pioggia bagnavano i suoi capelli, confondendosi con le lacrime.
Era bastato un sogno, per continuare a credere che potesse farcela.
Quel giorno non sarebbe arrivato mai.
Se ne rese conto mentre bruciavano la bandiera.
Un nemico immaginario aveva ucciso la sua più grande amica.
La trascinarono in una camerata nella quale centinaia di altre donne urlavano.
Denudate.
Dalle piccole finestre un po’ di luce si faceva spazio tra le sbarre.
La libertà era morta.
Uno dei principi della nostra Costituzione è fortemente a rischio. “La legge è uguale per tutti”. Sappiamo tutti di cosa stiamo parlando. I tentativi di rendere legittimo tutto ciò che di legittimo non ha alcunchè è ormai in atto. C’è chi chiede l’intervento della commissione europea per ristabilire la giustizia e a richiederla sono proprio quelli che cercano di trasformarla in un lascia passare per ricchi e potenti. La riforma della magistratura per renderla impotente è un rischio terrificante. Perchè mai la gente riesce a pensare che un ex-industriale possa avere a cuore gli interessi della gente comune? Forse nessun politico potrebbe farlo, questo è vero. Ma dubito fortemente che un attentatore della costituzione possa far di più. E’ in corso una manifestazione per la difesa di Berlusconi, urlano “Silvio resisti”. Il premier urla al Golpe. Secondo il suo “autorevole” parere i media internazionali (Times) che parlano male di lui sarebbero istigati a farlo dai comunisti italiani. La contraparte politica (quel che resta della sinistra) sonnecchia e ogni tanto “urla” stancamente un “dimissioni subito, ma non voto ora, ci vuole un governo di responsabilità” (solo perchè sanno che perderebbero le elezioni senza nemmeno passare dal via).
Ci sono momenti in cui è doveroso guardare avanti, anche quando la strada sembra diventare più ripida e sta per piovere a dirotto.