La tela
La tela lasciata alla pioggia, alla violenza del tempo. Sfumature che si perdono, in lacrime di colore. All’immagine che ho di te, ciò non accade.
La tela lasciata alla pioggia, alla violenza del tempo. Sfumature che si perdono, in lacrime di colore. All’immagine che ho di te, ciò non accade.
Piove a dirotto, ma con il sole. Poi compare la luna, ma anche l’arcobaleno. Fa freddo, ma anche caldo. Insomma, non si capisce niente. Proprio come dentro di me. Quando mi guardi.
L’album “Mezzanota” del duo Chiara Jerì e Andrea Barsali è intenso e attrae con melodie e atmosfere soffuse e taglienti. C’è tensione, brividi e incanto. Tutto quel che può dare un disco. Ma entriamo nel vivo di questo album. “Goccia a goccia” è un pezzo profondo, carico di sensazioni e parole che plasmano le emozioni. Mattone su mattone. Brividi. Sogni che si fanno guardare, appesi al soffitto. Poi, la pace. In “Amore mio, hai ragione” c’è l’amarezza che si vede oltre il buio. Quella sofferenza celata nei silenzi. Quelli che tornano, all’improvviso. Che lasciano persi. Aldilà della luna. Reinventarsi e ritrovarsi, tra le ombre del buio. L’involucro dell’anima. Il brano “Canzone II” racconta del cercarsi, tra strade sconosciute, parole da incantare. Suoni che stregano. Nobiltà di intenti, misteri di un sentimento che non si fa capire mai davvero. “Fino all’ultimo minuto” è una ballata “leggera” che viaggia nelle profondità di un pensiero. Nel senso di una lacrima. Nel vuoto di un ricordo. “Innesco e sparo” è un pezzo con un suono tra folk e ballata popolare che contiene sprazzi di immagini e scene. Ipnosi. Genesi del mondo. Il senso oscuro dell’anima. La difesa di quel senso. Fino all’ultimo. Veleno e gioco sporco, parole, ossimori che incantano in una canzone senza tempo. “Ballata della ginestra” è una lettera che nasce nella notte. Dalla notte. Dalle parole taglienti della passione di un favola. Dove un fiore nasce e un sogno cresce. Vive. Si innamora. “La donna cannone” è una canzone che certo non ha bisogno di presentazioni e in questo brano i due musicisti creano un vero omaggio, una perla che lascia senza parole. Incantevole. “Notturno dalle parole composte” è un poetico abbandono, quando la voce diventa roca. E il vento si fa insistente. L’inverno ora ha paura. Di un amore che nasce. Ed è forte. Perché sa ferire. A modo suo. “Vorrei” è come perdersi, nelle note e nel tempo che scandiscono. Inesorabili. L’assenza. Quella pausa che sembra non voler finire. L’essenza. Di scivolare lì infondo dove tutto svanisce. E torna allo stesso tempo a rinascere. Dai semi di un amore che non sa morire mai davvero. “Mezzanota” è un album che ipnotizza per le atmosfere e le immagini. Che svela l’amarezza e la veste di senso e colori. La rende viva. Quasi una persona. Tra favole crude ed emozioni nude. Che senza pietà entrano dentro. Voce incantevole e musicalità eccelsa. Un ottimo disco. Passionale, dolce e spudorato nella sua essenza. Un disco vero.
L’album “McMao” del gruppoManagement del Dolore Post-Operatorio è sicuramente originale è ricco di spunti interessanti. Un modo particolare di affrontare temi anche complessi, con sfumature a volte cupe ma cariche di significati. Il brano che apre il disco è “La scuola cimiteriale”, un pop ipnotico creato da metafore con parole taglienti. Un sound che sembra affondare le radici nella musica italiana geniale di Rino Gaetano e del rock del primo Celentano. “Hanno ucciso un drogato” è un pezzo con un sound tekno-pop con venature rock e testo profondi e coinvolgenti. Chiudendo gli occhi ricorda il primo Vasco. Quello rimasto nel mito per spregiudicatezza e coraggio di osare con una musica diversa. “Coccodè” racconta il tempo dell’ipocrisia, del rischio perfetto. Calcolato. Delle parole a metà tra inganno e verità. Il posto più pericoloso è proprio a un passo. “Oggi chi sono” è un brano in cui è il volto che racconta. Che nasconde. Che si vende nel mondo dell’immagine di carne e anime perse. Lo specchio del nulla. “Il cantico delle fotografie” è una ballata amara, dura. Un velo di rassegnata speranza. Di spietato realismo. Il brano “La pasticca blu” parla d’amore. Un gioco di cartone, di ruolo. Una verità svelata che altro non è che ciò che non siamo. Un amore retorico. Chimico. Cinico. “James Douglas Morrison” è una canzone particolare. Rinnegare il demone, l’inizio, l’incipit di un ritorno di un maledetto sconto. Di una fiamma che brucia troppo in fretta. Fama. Fame. In “Requiem per una madre” è come dormire all’infinito. Sfuggire a un incubo fin troppo reale. Un bagliore di buio. Scontrarsi con una realtà meschina. Infame. Reale. “Il cinematografo” è una canzone in cui sono protagoniste le analogie cinematografiche, sogni troppo uguali. Banalità da ciak senza sorprese. Un quadro fin troppo vero. “Fragole buone buone” è un gioco di metafore e immagini più forti. Bel sound. “La rapina collettiva” è un gioco incantevole di specchi, intrecci di parole e concetti. Un ipnotico racconto. Duro e metaforicamente amaro. Un disco che ha come caratteristiche l’originalità unita a una ricerca musicale raffinata e a radici forti nella musica italiana e internazionale. Un mix di stili e un’elegante esecuzione e reinterpretazione della realtà creano un sound e un impatto musicale forte e convincente. Un bel disco.
L’album “l’invasione dei Tordoputti” dei “Tuamadre” racchiude ironia e una musicalità attraente. Un disco ben suonato e che non manca di testi interessanti. Una delle sue particolarità è il racconto snocciolato dalla voce narrante durante l’intero disco. Si parte proprio con l’incipit di questa storia ironica e divertente. Il primo pezzo é “She don’t know” e si presenta con uno ska dinamico e colorato con un bel testo affascinante. “Swingin’fits” é un brano con giochi di metafore, sarcasmo e ricordi di serate alcoliche. Come non parlare di una donna. Che ammalia.”Nel villaggio” é la seconda puntata del racconto che narra della ricerca dei famigerati Tordoputti. Punto staccherò divertente tra un brano e il successivo. “Please don’t make me blue” é una ballata in levare con sfumature blues e pop. Un brano decisamente avvolgente. “Up & down” vola sui fiati a rincorrere il calore di un’estate. Si tratta di un pezzo rovente. Come un raegge in cui la musica che traspira da ogni poro. “Castaway” regala un ritmo travolgente in un pezzo che è un vortice di sensazioni. un drink di note,gusti e sapori diversi. “Amici noi” è una canzone che racconta le amicizie sbagliate. L’egoismo. il tutto con leggerezza e ironia in levare. Parlare. Parlarsi. “Risotto di peli” rappresenta la terza puntata dell’esilerante racconto dei Tordoputti. Schifosamente divertente. “Amon transsexualle” racconta di un personaggio particolare e quantomai attuale. Una strana normalità. Ossimoro perfetto in un tagliente sarcasmo e in un gioco di ruoli e immagini. “Banana nana” é una favola surreale. Una metafora a incastro di sensi e ambiguo rincorrersi di parole in rima. “Batterista sulla luna” é un rock il cui sound è una miscela di ska, raeggae e pop rock. “Amy gorilla” regala suoni vivi e vitali con ironia e sentimenti nei luoghi e immagini in un pop ska affascinante. L’album termina con la fine del racconto che accompagna l’ascolto dell’album. Un disco che fa ballare e divertire, un suono colorato e ricco di sfumature. Un volo tra musica e immagini che lascia trascorrere momenti spensierati e allo stesso tempo intensi.
Il disco “Nowhere but here” di Elle contiene tante belle canzoni, intense e con un ottimo sound. Il primo pezzo si chiama “Berlin” ed è un ballata appassionata, melodiosa, cantate da una bella e saporita voce. Una voce viva. Il brano “Let me be your eyes” possiede un ritmo incalzante, una grande potenza musicale e un suono in equilibrio tra musica country e anni ’80. “Lover” è un’altra ballata con uno stile internazionale e un cuore pulsante tra le note. L’amarezza di un amore. “Nowhere but here” è una canzone lenta ma inesorabile. La pazienza dei giorni, ovunque. Ma qui. Perdersi. “Killing my love” è un graffio che illumina. Una luna piena che incanta. E fa male. Uccide. L’anima. Il brano “A new life” ha un sound internazionale, semplice e ammaliante. Che fa riflettere guardando fuori dal finestrino di un treno che porta altrove. “She’s alone” è un volo a un passo da se stessa. Lei è sola. Ma ora conosce la strada. E sa dove andare. E’ ben sveglia. E vuole tornare a sognare. Questa volta a occhi aperti. “A lie” racconta le paure, le notti a pensare. Gli occhi chiusi. Ascoltare. Ascoltarsi. Una ballata densa di colori, sia musicali che di emozioni. Riflessi. “Enlightens” regala una musicalità che entra dentro, parla alle lacrime ferme in una stazione persa nella nebbia. Il disco di Elle è carico di sensazioni, che richiama musiche lontane ed evoca ricordi. Riesce a far guardare dentro. E’ passione. Anima. Colore. Un bel disco, per chi ama le sonorità internazionali e le ballate vere e intense. Per cbi vuole emozionarsi.
Esce oggi sul mercato spagnolo “El amor imperfecto”, della bravissima Sara Rattaro, che è stata già nostra ospite per presentarci i suoi romanzi “Non volare via”, da cui è tratta la versione spagnola, e “Un uso qualunque di te”, due grandi successi che continuano ad attrarre nuovi lettori. Un fenomeno che sembra non volersi arrestare, ma che varca i confini. Sara ci racconta di questa nuova avventure e ci regala alcune succosissime anticipazioni. Ecco l’intervista:
Cosa si prova nel vedere il proprio libro pubblicato in una lingua diversa dall’italiano, in questo caso in spagnolo?
Emozione e soddisfazione. Sono felice ma in modo molto costruttivo. Il lavoro è stato tanto e intenso e finalmente viene ripagato non solo con il successo di Non volare via in Italia ma con una promettente edizione in Spagna. Non potrei chiedere di più, faticare per la cosa in cui si crede non ha prezzo. È un grande privilegio.
Cosa ti aspetti da questa nuova avventura spagnola?
Di crescere come scrittrice e come donna. Potermi confrontare con un nuovo pubblico e nuovi lettori ma anche con tradizioni e abitudini da cui poter trarre nuove idee ed esperienze mi galvanizza. Spero di poter vivere la Spagna con una promozione attiva.
Hai tanti fans che ti seguono e non solo perché sei una brava scrittrice, ma perché in qualche modo si sentono parte della tua avventura. Quanto ti rende orgogliosa questa simbiosi tra te e i tuoi lettori?
Moltissimo perchè credo che, se c’è stata una cosa in cui sono stata brava è stata proprio questa, coinvolgere i miei lettori e far capire loro quanto siano importanti per me.
Immagini il tuo libro tradotto in inglese e che sbarca anche sul mercato americano e nord europeo? Ci stai pensando?
‘Un uso qualunque di te” è stato tradotto in nove lingue e spero che “Non volare via” segua le sue orme. Certo il mercato anglosassone è in assoluto il più difficile e arrivarci sarebbe un traguardo impagabile.
Stai lavorando a un nuovo libro? Quando potremo leggere un nuovo romanzo?
Certamente! A fine estate lo troverete in libreria. Ora sono coinvolta nella fase di revisione. Sarà una storia forte di quelle che spero facciano discutere.
Still Alice di Lisa Genova, sta per diventare un film. Immagini “Non volare via” sul grande schermo?
Adoro Lisa Genova e non vedo l’ora di vederlo. Sarebbe una cosa bellissima alla quale però stiamo lavorando. Un uso qualunque è già diventato una sceneggiatura e chissà che presto non mi regali altre gioie.
Ringraziamo la sempre gentilissima Sara per la collaborazione.
Il progetto #lequazione è diventato realtà grazie all’aiuto e al sostegno di tante persone. A partire dalla casa editrice e poi a tutti quelli che in modi diversi han collaborato. Dall’editing alle presentazioni. Senza tutte queste persone non sarebbe mai potuto diventare realtà. Quindi non potrò mai smettere di ringraziarle. Potrete trovare il romanzo presso la libreria Fenice in via Porta Palatina a Torino 2 o richiedendo alla casa editrice La Gazzetta Di Hogwords o al sottoscritto.
#lequazione è solo l’inizio. www.lequazione.it