Avevamo

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Avevamo bisogno di raccontare. Lo facevamo in ogni occasione, su un tema, sui muri, sulle panchine, sui vetri appannati. Le parole diventavano stanze. Le stanze, parole. Ogni viaggio poteva avere diverse chiavi di lettura. Vennero poi momenti meno chiari e quella necessità si offuscò. Divenne discreta. Un giorno mi accorsi di sentirmi solo. E di non sapere più come dirlo. “A che serve scrivere?”, dicevano. E mi convincevo avessero ragione loro. Sempre di più. Era infantile, stupido. Inutile.
Lo ricordo ancora come fosse ieri.
Stavo camminando su una spiaggia di inverno. Era fredda e deserta. Ed era rimasto uno spicchio di luna nel cielo che diventava chiaro.
Non uno sfizio, un vezzo, un alibi a metà strada tra il tempo e lo spazio. Una colpa. Era una necessità, un bisogno. Quello di raccontare.

Incipit: il risultato

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L’esperienza di #incipit, seppur il turno non sia stato superato, mi ha lasciato una certezza: il progetto #LMDS possiede la forza necessaria per diventare realtà. E leggerlo negli occhi dei potenziali lettori non ha prezzo.

Presto renderò ufficiale una importante novità letteraria.
#comingsoon

Considerazioni

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Mi é capitato, e mi capita ancora, di seguire il cammino di artisti che a un certo punto iniziano a sentirsi un palmo superiore al resto, snobbano chi in loro ci ha creduto e volano verso qualcosa che poi, alla fine, non arriva quasi mai. Il successo. Li vedi sfiorire, anche quando aggiungono un trucco pesante per nascondere la delusione e l’amarezza che, comunque, si legge negli occhi. Non credo negli “artisti”, ma in chi ha una sola priorità: quella di raccontare se stesso, nel bene e nel male.

Considerazioni a margine

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Credo che un bravo editore debba dare un valore aggiunto al libro che sceglie di pubblicare, credere nel proprio prodotto e certo non metterlo sullo stesso piano di cose che con la letteratura non c’entrano niente. Credo che debba avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti. Studiare. Reinventarsi. Non basarsi sulla logica elementare che un autore emergente debba “vendere” ai suoi amici e quando questi sono finiti, ricominciare con un altro libro. Sicuramente chi supporta un autore emergente é fondamentale, ma solo per iniziare a camminare, non per foraggiare improbabili meccanismi perversi. C’è una bella differenza tra marketing e mercato del pesce. Credo che un editore debba essere serio e capace e che sia perfettamente inutile mettersi in vetrina come una scultura del Bernini se poi si é soltanto un vaso cinese. E, per finire, credo che il lettore sia sacro e che come tale vada trattato, senza violentarlo o costringerlo a comprare prodotti che non vuole. La serietà non ha bisogno di molte parole.

Essenza

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Stanotte non riesco a dormire. Penso, ripenso. Ma guardarmi dentro a volte non serve a niente. Perché le parole escano, bisogna farsi del male. É sempre così. Le parole sono come il sangue. La vita stessa. Si nutrono di emozioni, come ossigeno. Un gioco d’ombre. Luce, essenza. Con gli occhi, e senza.

Oltre, gli occhi

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Parole, marchi a caldo di una sonorità segreta. Parlava, mentre quella strana brezza sporca le infreddoliva le guance. Tutto intorno esplodevano colori, suoni, intrecci di racconti sparsi per terra. Ma lei, parlava. E tra il rumore metallico dell’ultimo treno, delle frenate delle automobili, dei discorsi inutili, nessuno di accorse.
Che le si erano spenti gli occhi.