Questa stupida pagina bianca

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​Credo di non aver mai avuto la sindrome da foglio bianco, perché, in fondo, le idee non mi sono mai mancate. Ma il tempo cambia le prospettive, le sfuma. Così ho iniziato a chiedermi se quelle idee fossero davvero così giuste. Ed é successo perché vedevo intorno a me una realtà distorta. Mi sono chiesto se fossi io a sbagliare, quando per la prima volta presi un quattro su un tema da otto. E soltanto perché certe cose, diceva la professoressa democristiana, non si potevano dire. Quando la suora diceva agli altri bambini di non parlarmi perché i miei genitori erano separati. Quando il genio di turno mi diceva che non sarei mai arrivato a fare quello in cui credevo e che nella vita é più importante compiacere chi conta che portare avanti le proprie idee. Con il tempo ho iniziato a lasciare sempre più spesso i fogli bianchi, a stare zitto, fino a quando ho iniziato a sentire dentro un profondo senso di vuoto. E mi sentivo sempre più colpevole. Perché quando silenzi un’idea, sei anche tu il carnefice. Perché se non ci credi tu, non ci crederà mai nessun altro al posto tuo. E proprio quando avevo dimenticato di saper scrivere, ritrovai quel vecchio tema delle superiori. C’era quella rabbia di chi non vuole arrendersi, di chi non vuole abbassarsi alla logica del “tanto é così che va” e che se ne fotteva se avesse preso quattro, raccontava le cose per come andavano dette. A quella parte di me devo una spiegazione a tutto questo, a questa stupida pagina bianca.

Volti

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Volti, persi nel pensiero più assorto. A ragione, o a torto. In equilibrio, tra un luogo e un altro. Trasparenti, eppur troppo vulnerabili. Come se quel pensiero fosse nudo. Visi arrossati, e il freddo, intrappolato fuori.

Le mani

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Come cambiano le mani, l’illusione e il domani. Parti imparate a memoria. Le note sbagliate sul pentagramma della storia. Perché sono loro a farla, la storia. Sporche di grasso, terra o inchiostro. Un mondo che smette di restare in sospeso, e che torna nostro.

Sospesa

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Girano intorno, lanterne dai tempi sospesi. Lampi lontani, e un rumore sempre troppo vicino. L’odore delle caldarroste. Pioverà, certo che pioverà. E potrai farla cadere quella lacrima. Quella che hai lasciato da parte, tra gli ingredienti di un risotto. La strada è deserta, tutta quella gente non c’è più. Ma non é quella che manca, sei tu, ora, a sentirti sospesa.

Il ramo

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Me ne accorgo da come scrivo che non sono più quello di un tempo. Le parole sembrano le stesse, perché l’abilità é quella di chi legge, piange, sogna o ride. Oppure tutto insieme. C’è un mondo intero in una lettera, come nel suono del pennino di una stilografica su una foglio. E c’è poesia in una nuvola, nell’inchiostro. In un ramo spoglio.

Presentazione alla libreria “Vecchi e nuovi mondi” di Torino il 29 ottobre

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​Sembra assurdo, eppure non c’è mai stata una vera e propria presentazione del mio romanzo a Torino, luogo delle principali ambientazioni. Vi invito quindi all’evento che avrà luogo presso la nuova libreria Vecchi e Nuovi Mondi in via Francesco Da Paola n. 41 il 29 ottobre alle ore 18.00! Si parlerà de #lequazione e potrete scoprire le interessanti novità di questa nuova libreria che vi stupirà!

Per l’occasione esporremo alcune delle opere della pittrice e creatrice dell’immagine di copertina de #lequazione Beatrice Lavopa – Art Design – L’idea. L’immagine. 

#torinomagica

La scelta

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​Monica é una donna che crede nel futuro. Per questo aveva scelto di lavorare al progetto idro2. Suo padre era morto per salvare un uomo dall’alluvione. Ma ora é lei ad affogare. E soltanto idro2 può salvarla. #lequazione

Il legame

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​Davide Porta é un ex-contrabbandiere con il cuore spezzato. Ha imparato a nascondere le sue fragilità e le sue paure. É un uomo solo. 

Qualcosa però lo lega al suo passato: le visioni, da cui non può liberarsi. E una coppa.

#lequazione