Secondo Prodi
Secondo Prodi il Pd è l’unica forza che ha a cuore l’unione delle forze di sinistra. Il riferimento è ovviamente a Liberi e Uguali, compagine che contiene al suo interno gli scissionisti dalemiani, Civati, Grasso, Boldrini, etc etc. Ripercorriamo però la genesi di questa di questa formazione. Si tratta di tante piccole minoranze del Pd, più altre realtà più riconducibili ai comunisti, che in qualche modo hanno sofferto l’egemonia renziana. Per chi non lo ricorda, il Partito Democratico nacque con due anime, una del vecchio Pds, feudo dalemiano, e Margherita, trasposizione in chiave moderna della Democrazia Cristiana (l’altra parte era confluita nelle correnti di centro destra). Quello che è accaduto nel Pd a guida renziana è una confluenza verso l’area di centro. In questo contesto la scissione era inevitabile. Tuttavia all’interno del Pd stesso esistono ancora diverse correnti di minoranza, Orlando, Emiliano e altre mille, credo. Questo vuol dire una cosa: democrazia non può voler dire vincere sempre e ottenere sempre e costantemente il potere dell’ultima parola, allo stesso tempo è impensabile chiedere il voto agli elettori presentando una scelta in cui è impensabile riconoscersi. Il problema sta forse nelle alleanze. Il Pd renziano lavora da tempo con l’area centrista di destra, a dimostrarlo sono stati proprio gli ultimi governi. Vale a dire che le ambizioni non sono più di costruire un nuovo Ulivo, per citare la creazione politica di Prodi di qualche tempi fa, ma un partito di governo più stabile. Prodi sta quindi raccontando un tema funzionale al Pd, magari in ottica futura, poiché molto dipenderà dai risultati e dal peso politico post elezioni. Probabilmente si creeranno nuovi equilibri e diverse strategie. Per ora sono solo parole, la difficoltà è capire se davvero esista ancora un progetto di sinistra e soprattutto che idee possa offrire in un mondo che cambia troppo velocemente per riuscire a rincorrere ideali. Questa campagna elettorale, da tutti i suoi frangenti, affronta il tema sociale con promesse impossibili e bonus, dimenticando il futuro. I politici puri questo lo sapevano fare. E credo lo sappiano ancora.