Nonostante

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Tutti abbiamo paura di qualcosa.
Del buio,
di un cane feroce.
Di innamorarsi.
Di star male,
di perderci.
Di cambiare.
Di morire.
Siamo umani.
Naufraghi i tutti i nostri difetti.
Noi e i nostri demoni.
Noi, alla ricerca degli angeli.
Crediamo sempre in qualcosa,
anche che, crescendo, quella paura passerà.
Invece, resta a farci compagnia.
E tante volte ci insegna ad andare avanti.
Nonostante.

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Text by Daniele Mosca

L’unica persona sulla terra

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Una bimba in fondo al mare,
stretta a sua madre.
L’unica persona sulla terra,
che avrebbe dato la vita, per lei.
Ma la guerra è guerra, dicono.
Un naufragio, onde alte come palazzi.
La vita inghiottita in un respiro.
Mentre loro navigano sereni,
sui loro divani.
Il sangue è lontano.
Il mare è una comoda vacanza.
Non il portale verso la vita.
Una bimba in fondo al mare.
E i nostri occhi, chiusi,
lacrimano per finta.
Rinchiusi in gabbie di specchi.
In cui lo straniero è proprio davanti a noi.

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Text by Daniele Mosca

La gabbia

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Scrivere è un’illusione. Fa sentire liberi. È la verità. Ma può essere anche una gabbia con le maglie così strette, fino a farti male. Con le mani legate e le idee confuse, non si può che pensare alla propria, di storia. Ma è un racconto sporcato di pensieri che implodono. Senza lucidità, prospettiva. Speranza, a volte. Scrivere è una terapia. Un viaggio astrale, che ti riporta a casa, mostrandoti che quella, però, non è più casa tua. Guardarsi dentro non è mai facile, fa quasi sempre male. Eppure, è lì che si nascondono le parole. L’unico luogo in cui andare a cercarle.

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Text by Daniele Mosca

Urla più forte

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Urla più forte. Il silenzio si stringe ai pensieri, attorno colori virtuali aggiungono ansia. Cerca le parole giuste, non le troverai nel discount, fuori dal quale sono tutti in coda. Scrivere deve far male, a te stesso, soprattutto. Fuori piovono ancora, suoni leggeri. E gocce senza peso. Intorno a noi, volti costruiti in laboratorio. Megafoni di un vuoto, in cui il silenzio annienta i sogni più profondi. E noi, non siamo pronti ad accettarlo.

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Text by Daniele Mosca

La prima malinconia

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Al mattino mi capita spesso di incrociare giovani studenti, delle superiori o dell’università, che vanno a lezione e di sentirli parlare. Alcuni di essi hanno gli occhi pieni di speranza, di sogni, di voglia di lasciare un segno in questo mondo. Sono i momenti in cui provo una certa malinconia, devo ammetterlo. E non per l’età, non mi vergogno dei capelli o della barba bianca, ma per quello sguardo che mi accorgo di non avere più. Credo che prima o poi capiti a tutti quelli che diventano grandi, di aver visto infranti i propri sogni, magari da personaggi gretti e mediocri. È una storia di cui ho sempre conosciuto il finale, ma questo non basta a soffocare l’amarezza. Ma è la vita, ed è così. Allo stesso tempo spero sempre che questi ragazzi quello sguardo possano non perderlo mai. Che davvero possano riuscire a cambiare qualcosa, a riuscire a realizzare quello in cui credono. Si parla sempre male di loro, troppo, forse. Siamo state teste di cazzo anche noi, un tempo. Idealisti e presuntuosi. Spero davvero che qualcuno di loro possa riuscire a farcela, sinceramente. Le nostre università sono piene di ragazzi di valore, persone a cui dare fiducia. Dovremmo imparare a valorizzarli. E non a sprecarli.

Raccontami

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Raccontami di chi eri,
quando le luci erano spente.
E sentivi il pubblico fuori.
Con la foglia di fuggire.
Quando ti dicevano di smetterla.
Quando la pioggia non ti bagnava più.
Il freddo ti faceva compagnia.
E la notte non ti faceva paura.
Delle stelle appese,
a un soffitto ridipinto di fresco.
Dell’autunno che arrivava,
e di te che non trovavi le parole.
Raccontami di chi sei,
dell’inchiostro e dei respiri.
Di cosa voglia dire essere padre,
anche se forse non lo sai davvero.

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Text by Daniele Mosca

I consigli della rabbia

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La rabbia è una buona consigliera, talvolta. Spinge a compiere gesti coraggiosi, che mai avresti fatto in altri contesti. Spinge il sangue al cervello con una tale forza da amplificare i pensieri. Per certi versi ha gli effetti di una droga. Potente, efficace, diretta. Come tutte le droghe, però, ha degli effetti negativi. Provoca assuefazione. Annebbia la lucidità. Acceca gli intenti. Siamo sinceri, ha quasi sempre una ragione ben fondata. Quello a cui non pensiamo mai è a quello che la rabbia lascia dentro. Alle scorie tossiche. Alla sensazione di amaro che resta in bocca. La maggior parte delle volte rende vulnerabili e immersi nei sensi di colpa. Con l’età ho capito che una sana e lucida cattiveria può fare stare meglio. Come quando ci si prepara a entrare in campo per una partita importante. Una cattiveria che ti dia la forza di difenderti e contrattaccare alla prima occasione. Chi si vanta di essere perfetto, luminoso, sempre giusto, fa semplicemente una sola cosa. Mente.Photo by UnsplashText by Daniele Mosca

Brucia

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Cala una nebbia,
leggera e trasparente.
La città si vede appena.
Qualche nuvola bassa.
Mentre aspetto,
inganno il tempo.
Sottolineo frasi,
di un libro che non posso capire.
Brucia dentro,
come alcool,
la necessità di respirare.
Ma è tutto fermo.
La nebbia svanirà,
solo allora tutto sarà chiaro.

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Text by Daniele Mosca