Un sound attraente che unisce sapientemente le atmosfere popolari liguri, suoni contemporanei in immagini musicali e poesie tridimensionali, ricche di sapori e fragranze che sanno distinguersi nel panorama musicale attuale, questo è ciò che riecheggia tra le note del nuovo disco di Zibba e gli Almalibre “Come il suono dei passi sulla neve”.
Momenti di svago e di autentica poesia si alternano già dal primo pezzo, nonchè singolo in rotazione radiofonica, “Nancy”, che si fregia del featuring di Roy Paci.
“Come il suono dei passi sulla neve”, la canzone che regala il titolo all’album, è malinconica e poetica, immersa in parole sussurrate e sottili, leggere e allo stesso tempo calde. Altra collaborazione importante, quella di Eugenio Finardi, la si può ascoltare in “Asti Est”. Il nome di un casello dell’autostrada che racchiude tutto un mondo da raccontare e da vivere con il ritmo, la musicalità e le parole infondibili di Zibba. Ed è il ritmo travolgente caro al cantautore ligure che si libera in “Sei metri sopra la città”, in cui l’artista Zibba ci racconta l’uomo Zibba, le sue facce e le sue impressioni, tra sapori di buon vino assaporato in un locale tra fumo e discorsi alla luna, mentre fuori sta per nascere il sole.
“Prima di partire” è cantata da Zibba e Carlot-ta in un duetto soffuso e sussurrato. Una ballata intensa e profonda, incantata, con parole che si appoggiano leggiadre su una melodia ricca di suoni elettronici, sulla quale vola il suono del violino sognante.“fanculo alla morte e ai giostrai..”, racconta questo pezzo, e lo fa con passione e musica pura, viscerale.
Si riesce a sentire la fragranza tiepida e inconfondibile del mare in “Aria di Levante”, persi tra le parole di Zibba, disegnate sulle nuvole bianche su un cielo colorato.
“Almeno il tempo” è un quadro, un’istantanea tra le passioni di un inverno e della vita nella sua interezza, di un giorno, di un momento, tra le pareti dipinte sui muri delle strade di Milano. Esistono poi canzoni che si sposano con il mare, che forse sono il mare. E’ il caso di “O Mæ Mâ”, una ballata intensa e profonda, che fa vibrare le corde dell’anima. Che emoziona. Cantata in dialetto ligure da Zibba e Vittorio De Scalzi, riesce a risuonare senza fretta, lentamente, tra i colori dei sentimenti nascosti, che riemergono solo di fronte al mare. Ascoltandola sembra di vedere Genova, la sua passione, i suoi vicoli e il suo mare in un ritratto magico e appassionato.
Un’onda fatta di parole alla ricerca dell’intensità della musica e della vita dei musicisti è impressa a fuoco tra le note di “Anche di Lunedì”, mentre “Dove i sognatori son librai” è una ballata che trascina i pensieri, come il vento una barca, tra le onde soffuse di un mare appena mosso, dai respiri di un uomo che non riesce a dormire e sogna, muta nei suoi pensieri e diventa parte di quel paesaggio. E’ Poetica e impetuosa, dolce e forte, una canzone nel vero senso della parola.
Si percepisce malinconia, in un ritratto rassegnato nei pensieri di un giorno qualunque che è il pezzo “Salva”. Parole taglienti che riescono ad assegnare la giusta importanza all’essenza delle cose che devono, appunto, essere salvate.
Oltre alle canzoni che questo disco regala non si possono non citare i momenti di poesia pura, recitata in “poesia d’amore” da Silvia Giulia Mendola, da Zibba in “Come il suono dei passi sulla neve” di Adolfo Margiotta.
“Come il suono dei passi sulla neve” è un disco completo, sia dal punto di vista musicale che dei testi. I tempi sono scanditi da ritmi che variano e si intrecciano, che corrono fino all’anima, per poi rallentare e cercare gli spazi giusti per sussurrare parole, creare mondi paralleli e incantare dolcemente. Le collaborazioni importanti arricchiscono i già ottimi contenuti di questo lavoro. Ascoltando queste canzoni e facendo attenzione ai testi, si riesce a percepire un’ulteriore maturazione artistica di Zibba, che è certamente un nome importante della musica cantautoriale italiana di oggi. Un ottimo disco.