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Siria: silenzio colpevole

Silenzio colpevole e disinformazione programmata sono ciò che l’occidente propone di fronte all’insurrezione dei siriani al regime di Assad. Mesi e mesi di attacchi alla popolazione sono sfociati in quello che anche e finalmente i telegiornali italiani hanno mostrato: decine di piccoli corpi trivellati di colpi. Una vergogna senza precedenti. Ci sono numerose testimonianze che raccontano di come l’esercito fedele ad Assad apra il fuoco contro i manifestanti, metta in campo ritorsioni e cerchi con ogni mezzo a sua disposizione di fermare la rivolta di questo popolo che vuole la libertà. Questa è la verità. In altri paesi protagonisti della primavera araba l’occidente ha più o meno segretamente aiutato il popolo a insorgere contro regimi molto potenti, come accaduto con quello egiziano di Mubarak, ma in questo caso nulla si muove. Una misera tregua, tra l’altro mai presa sul serio dal regime, è l’unica cosa che è stata ottenuta dalle Nazioni Unite. Troppo poco. Il grido di ingiustizia è diventato troppo forte perché si possa ancora fare finta di niente. I numeri che riguardano i deceduti trapelano e giungono fino a noi e sono alti e sempre crescenti. La rete aiuta a ricevere informazioni, ma spesso non superano il muro di gomma dei media europei e mondiali. La strage dei bambini lo ha fatto, forse ora la gente sarà in grado di valutare se indignarsi e lottare perché qualcosa venga fatto o continui con il silenzio colpevole. Non si può tollerare una violenza inaudita da parte di un esercito assassino, in grado di sparare a bambini, innocenti e inermi manifestanti o semplici civili. L’indecenza è servita, il silenzio pure.

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