Gli sguardi persi,
sui finestrini di un treno del mattino.
La paura, la felicità.
Il tempo che passa.
Stazioni che si susseguono,
come momenti trascorsi fretta.
Gli occhi lucidi,
che affogano nei telefoni.
Come a cercare una fuga,
dalla ferocia del mondi,
dalle sue unghie insanguinate.
Qualcuno guarda fuori,
forse non vede soltanto la nebbia.
Ma qualcosa che io ho dimenticato.
Cerco le chiavi della macchina.
La prossima è la mia fermata.
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Text by Daniele Mosca