Colpevole oltre ogni modo, le mani insanguinate. Le sirene suonano in lontananza, ma sono sempre più vicine. Il suo corpo giace in terra. È successo tutto troppo in fretta. E io non volevo ucciderlo. La mia vita sta per spezzarsi, distrutta dall’alcool che inghiottiva ogni notte. Mi gira tutto intorno, ho voglia di piangere, ma nessuna lacrima potrà mai scendere per quello che doveva essere mio padre. Vorrei poter scappare, ma nessuno può mai farlo davvero. A condannarmi, sono stata io stessa. Quando ho deciso di difendermi.
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Text by Daniele Mosca