Sento l’aria del mare,
quella non puoi togliermela.
È il mio respiro,
la mia rabbia.
Potrei parlarti d’amore,
immerso, nella polvere da sparo.
Mentre i palazzi crollano,
Mentre loro vendono parole.
Io sono sporco,
come le mie parole,
in rima,
schizzate sulle porte dei cessi di un autogrill.
Sono la mia vergogna,
perché certo cose non si dicono.
La mia follia,
quando ho bisogno di urlare.
Il mio inganno,
che la paura non esiste.
Il mio amore,
quando vedo dormire la donna che ho sposato,
e la figlia che mi ha regalato.
E adesso, è anche per loro,
che devo combattere.
Ma sento l’aria del mare,
fin quando arriverà fin qui,
lo saprò,
che sotto lo sporco, a difendere le mie parole,
c’è ancora la mia purezza.
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Text by Daniele Mosca