É già trascorso un anno dall’uscita de “La Macchina del Silenzio” e sembra solo ieri. É stato un cammino difficile, devo riconoscerlo. Farsi conoscere non è per niente semplice e quello dei libri è un mondo spietato, soprattutto se da esordiente ci si propone con un genere complesso come il thriller. La critica è feroce, nessuno fa sconti. E onestamente nemmeno ne vorrei. “La Macchina del Silenzio” per quanto mi riguarda è stato un romanzo importante, tecnica ansiogena, struttura essenziale e vortice di eventi che si susseguono senza tregua sono lo specchio della cronaca e della storia contemporanea, cronologia spietata di una geopolitica sempre in evoluzione, delle nostre stesse vite che si sviluppano contemporaneamente tra realtà e virtuale. La presenza di personaggi oscuri che minacciano le democrazie, che illudono la gente cercando di manipolarla con i mezzi più subdoli, non sono altro che realtà in cui viviamo. “La Macchina del Silenzio” racconta la realtà in bilico tra oggi e domani, raccontata con lo spietato cinismo che ci nutre. Proprio per questo credo nella forza di questo progetto. É già trascorso un anno ma la determinazione è la stessa.