Mi ero perso.
Perché scrivere ti porta altrove.
E, alla fine, ci credi.
Che quel ruolo ti spetti.
Resti solo.
Con le mani strette sul volante.
E davanti, un teatro buio. Senza riflettori.
E la puoi toccare, la solitudine.
Ma è un vuoto apparente.
Apparire, ti può far sparire.
La pioggia sul parabrezza.
Fermo a un lato della strada.
Il mio sguardo nello specchietto.
Un dolore nel petto.
E l’ho capito allora.
Che mi ero perso.