Non si inizia mai un viaggio per caso. E non serve sempre una piantina per scegliere la strada migliore. A volte la trovi per caso, magari proprio nel momento in cui sai di esserti perso. Perché lungo la strada possono iniziare a farti talmente male le gambe da farti pensare che non riprenderai a camminare. Ma poi lo fai. E scopri paesaggi nuovi, mentre gli altri restano indietro, marchiati a fuoco sui i ricordi o nelle fotografie. Lentamente ti accorgi che anche se hai di fronte a te i paesaggi più belli, se sei circondato da migliaia di persone, puoi sentirti solo. All’inizio fa paura, ma poi scopri che quello è l’unico modo per trovarti davvero. Per capirti. Così riesci a sentire il sapore amaro di un tramonto, la malinconia di un fiore smarrito in mezzo al vento, gli occhi tristi di un uomo che non sa dove andare, la voce felice di una donna che scopre finalmente la sua voce. L’incedere delle onde del mare, che non smettono mai di sussurrare. Così, per caso, senti che è arrivato il momento di fermarti. Che hai bisogno di specchiarti in altri occhi, proprio perché quella solitudine non la senti più. Nemmeno quando sei solo. E lo capisci che quel viaggio è finito, ma che è in fondo solo un nuovo inizio. Perché non si inizia mai un viaggio per caso.